Se amo un libro lo disegno: L’Attraversaspecchi

scritto da @blackcap_art

AVVICINARSI ALLA SERIE


La prima cosa che mi colpì quando vidi Fidanzati dell’Inverno in libreria, fu sicuramente la copertina (deformazione professionale, se così possiamo chiamarla) e dopo aver dato un’occhiata alla trama sapevo che avrei letto quel libro, prima o poi. E così è stato.

Ho sempre amato leggere ma era da molto che non mi immergevo di nuovo così tanto in una storia e non vedevo l’ora di trovare un momento per continuare a seguire le peripezie dei personaggi tra Anima, il Polo fino al pianeta di Babel.

LA SCELTA PER LE ILLUSTRAZIONI

Già dalla lettura del primo volume dell’Attraversaspecchi provavo il desiderio di poter dare un volto ai personaggi che mi affollavano la mente e, continuando la saga, quegli “abbozzi” si sono fatti sempre più definiti e concreti.
Personalmente ho un legame più naturale con i characters piuttosto che con un’ambientazione e per questo nelle illustrazioni che ho realizzato, sono i personaggi stessi che con gli sguardi, le posizioni e gli atteggiamenti creano la composizione del disegno.  

Fidanzati dell’inverno e gli scomparsi di Chiardiluna

Solitamente, come ho detto sopra, sono i personaggi a colpirmi, che sia una caratteristica fisica o caratteriale è indifferente, è importante che quel personaggio mi trasmetta qualcosa di positivo o negativo così che possa capirlo meglio. 

Ciò che mi piace dei personaggi dell’Attraversaspecchi e che mi è rimasto particolarmente addosso è il loro avere, nonostante alcuni cliché, caratteri complessi tanto quanto lo sono quelli reali.
Nessun personaggio è solamente cattivo o solamente buono, hanno tutti dei propri pregi e difetti che li rendono più accattivanti lasciandoti allo stesso tempo sempre con il fiato sospeso.

– Attraversare gli specchi – le aveva detto una volta il prozio – significa affrontare sé stessi.
Quelli che si mettono un velo davanti alla faccia, che mentono a sé stessi e si vedono migliori di
ciò che sono non ce la faranno mai –

Mi sono quindi concentrata con una seconda rilettura dei tre volumi e ho ricercato tutto quello che poteva servirmi per realizzare un’illustrazione che riassumesse Fidanzati dell’Inverno e Gli Scomparsi di Chiardiluna nei quali la storia si svolge nello stesso luogo, con gli stessi personaggi e in seguito una per La Memoria di Babel.
E, sicuramente, in futuro fare la stessa cosa per Echi in Tempesta.

IL PROCESSO

processo di colorazione per la prima illustrazione

Quando comincio a studiare un’illustrazione il processo che seguo è sempre molto vario e mutevole.

Spesso quando ho davanti un’idea complessa come questa, far entrare più di dieci personaggi un uno spazio ristretto, realizzo dei piccoli thumbnail, per capire quale composizione può funzionare meglio anche se poi in corso d’opera, trovo delle soluzioni più efficaci e apporto molte modifiche.

Nel caso particolare dell’illustrazione relativa a La Memoria di Babel ho dovuto fare i conti anche con un’altra caratteristica che non va mai dimenticata: i colori.
Se per Fidanzati dell’Inverno e Scomparsi di Chiardiluna” i cromatismi si sono accoppiati senza difficoltà alla composizione, per Babel ho dovuto modificare la posizione dei personaggi in modo tale che l’illustrazione fosse abbastanza chiara una volta colorata. Questo in pratica ha dato origine a due illustrazioni di Babel! Quella “ufficiale” e colorata che è stata la seconda ad essere stata composta e la prima, solo in lineart.

(In questo, il lavoro in digitale e i colpi di cntl+Z sono stati una manna).

Qui sotto potete vedere sulla sinistra il la prima versione non colorata, mentre a destra la versione definitiva dell’illustrazione dedicata a La memoria di Babel

Sono una sostenitrice della rappresentazione estetica fedele a quella delle descrizioni degli autori (se ci sono), quando ci sono particolari molto importanti nei personaggi, tendo a segnarmeli per poi riutilizzarli nell’immagine e rafforzare la connotazione.
Logicamente ognuno ha una propria fantasia e una visione diversa di ciò che legge, perciò mi piace poter dare la mia interpretazione di come immagino i vari characters, cerando di rappresentare sulla carta l’emozione che il personaggio stava provando in un determinato momento.

Ovviamente ci sono alcuni personaggi più immediati ed altri meno. Sicuramente i protagonisti, come tutti tutti quelli che hanno maggior peso nella storia, hanno anche maggiori references caratteriali/comportamentali e sono stati più semplici da immaginare rispetto a quelli che pur avendo importanza sono descritti meno.

Nel caso di Ofelia, che sotto una corazza di timidezza esteriore nasconde un carattere determinato e forte, ho rivisto moltissimo Elisabetta, la mia sorella minore, che improvvisamente è diventata la mia “reference vivente” per la protagonista.

“Finché avesse avuto scrupoli, finché avesse agito secondo la propria coscienza, finché fosse stata
capace di guardarsi allo specchio ogni mattina, Ofelia non sarebbe appartenuta ad altri che a sé
stessa.
-Ecco cosa sono, prima di essere un paio di mani, sono un’Attraversaspecchi -”

Ofelia, come qualsiasi persona riservata, su ciò che conosce è sicura e preparata ma nonostante sia la protagonista, non è il personaggio a cui mi sento più affine.  
Invece il rigido Thorn, è la figura in cui, pur rappresentando lo stereotipo del character burbero e “crudele”, ho percepito un’anima molto più romantica e dolce di Ofelia. Un po’ come me! E questo me l’ha reso subito simpatico.

Il processo è stato ancora più semplice, Thorn non appena viene presentato nella storia mi ha ricordato un character che ho realizzato durante gli anni, il quale presenta molte caratteristiche simili a quelle descritte nel testo. Mentalmente ho subito collegato i due personaggi e pur associando a Thorn i suoi riferimenti (come il fedele orologio), la mia mano ha seguito istintivamente il design dell’altro personaggio, modificandolo dove necessario.

La cosa che adoro di più del poter illustrare i personaggi di un libro è che hanno una storia e una voce. Mentre disegno mi viene naturale ripensare ai dialoghi, alle frasi che l’autore ha dato a quel personaggio e mentalmente questa cosa accresce la sensazione di “veridicità” che hanno, non facendoli essere solo linee e colore su un foglio cartaceo o digitale ma qualcosa di più.

CONCLUSIONE

Avevo lavorato già a rivisitazioni di testi famosi come Cappuccetto Rosso dei Grimm o altri classici ma non mi ero mai cimentata nel campo della fanart legate ai libri.
L’ Attraversaspecchi è stato uno spartiacque e la soddisfazione che mi ha dato l’accoglienza che ha avuto, mi ha riempita di felicità e spronata a lavorare sempre meglio e realizzarne altre più piccole legate ad altri fantasy che ho letto negli anni, da Fairy Oak alla saga di His Dark Materials, che potete vedere sul mio profilo Instagram cliccando qui.   
Mi ha anche permesso di conoscere ed entrare in contatto con tantissime persone splendide e non immaginavo che l’illustrazione potesse avere anche questo potere.

Ovviamente una parte di me freme per poter leggere il finale di questa saga che ha un valore speciale ma al tempo stesso, aver creato un legame così stretto con questi personaggi mi mette addosso una paura terribile di cosa la Dabos potrebbe fare di loro!

Articolo scritto da @blackcap_art