Con Falce Neal Shusterman riesce nell’intento di portare una ventata d’aria fresca nel genere della distopia per ragazzi, svincolandolo da ogni cliché e aspettativa. Dopo aver completato la trilogia nel corso degli ultimi due anni ho riletto il primo volume nella traduzione italiana edita Mondadori: Falce si è riconfermato come uno dei libri per ragazzi più maturi e complessi in circolazione, con una struttura narrativa capace di tenermi col fiato sospeso anche al secondo giro.

Trama
I protagonisti di Falce, Citra Terranova e Rowan Damisch, vivono nel migliore dei mondi possibili, letteralmente. Da secoli infatti l’umanità è riuscita, grazie al progresso tecnologico, a sconfiggere le disuguaglianze sociali, le malattie e persino la morte. Le intelligenze artificiali non hanno decretato la fine del genere umano, ma si sono integrate in armonia con esso riunendosi in una coscienza superiore, il Thunderhead, custode dell’archivio della conoscenza del mondo e consigliere super partes di ognuno.
Per risolvere l’unico problema scottante rimasto, quello del sovraffollamento di una popolazione potenzialmente immortale, è stata istituita la Compagnia delle Falci: l’unico organismo indipendente dal Thunderhead, formato da persone specializzate nell’arte della morte. La parola “uccidere” è ormai un retaggio di crimini non più possibili: per indicare l’atto di porre fine alla vita altrui si usa nella lingua corrente il termine “sciabolare”. Essere una falce non è solo una professione, è uno stile di vita governato da dieci rigidi comandamenti.
- Ucciderai.
- Ucciderai senza discriminazione, senza fanatismo e senza premeditazione.
- Concederai un anno di immunità ai familiari di coloro che accettano la tua venuta e a chiunque altro tu ritenga meritevole.
- Ucciderai i familiari di coloro che opporranno resistenza.
- Servirai l’umanità fino alla fine dei tuoi giorni e la tua famiglia riceverà l’immunità come ricompensa per tutto il tempo che vivrai.
- Condurrai una vita esemplare in parole e opere.
- Non ucciderai altra falce all’infuori di te.
- Non rivendicherai alcuna proprietà materiale all’infuori delle tue vesti, del tuo anello e del tuo diario.
- Non avrai né consorte né progenie.
- Non avrai nessun’altra legge all’infuori di questa.
I personaggi
Sarò sincera: i due giovani protagonisti, Citra e Rowan, e la loro dinamica sono le parti più deboli dell’intero romanzo. Eppure, nonostante la mancanza di una caratterizzazione esplicita delle loro personalità, c’è una chiave di lettura che ci permette fin da subito di inquadrarli: si tratta dei capitoli di apertura del romanzo, che mettono in moto la storia presentando il primo incontro con il Maestro Faraday, la falce della quale diventeranno poco dopo apprendisti. Nelle loro reazioni così differenti nei confronti dell’autorità e della morte si ritrovano in nuce le motivazioni che li porteranno ad avere percorsi così diversi tra di loro.
Sono invece tratteggiate in modo decisamente più vivido — non solo per via del colore delle loro vesti — le falci adulte che completano la storia di Citra e Rowan.
Il Maestro Faraday è il mentore perfetto, severo e moralmente irreprensibile eppure dotato di grande empatia.
Madame Curie è invece più vicina a un’antieroina: seppur irascibile e tormentata dagli errori del passato, trova ancora gioia nelle sue passioni (specificamente guidare automobili sportive e cucinare) ed è mossa da una profonda compassione nei confronti delle famiglie di coloro che spigola.
Una menzione a parte merita l’antagonista della storia, il Maestro Goddard. A metà tra un politico dalle tendenze demagogiche che si rifà a esempi fin troppo attuali e un killer che uccide per il piacere di farlo, Goddard incarna la corruzione interna alla Compagnia delle Falci e, per traslazione, le pulsioni che nascono all’interno anche del migliore sistema governativo e lo fanno incrinare dall’interno.
La moralità
Nel mondo moderno, la nostra opera è quella che più si avvicina a una missione religiosa. Forse è per questo che, per legge, dobbiamo tenere un registro. Un diario pubblico, che attesti, per coloro che non moriranno mai e per coloro che non sono ancora nati, i motivi per cui noi, esseri umani, agiamo in questo modo. Abbiamo il dovere di mettere nero su bianco non solo le nostre azioni, ma anche i nostri sentimenti, perché si deve sapere che abbiamo dei sentimenti. Dei rimorsi. Dei rimpianti. Un dolore troppo grande da sopportare. Perché, se non fossimo capaci di provare queste emozioni, non saremmo forse dei mostri?
Gli estratti dei diari che si trovano all’inizio dei capitoli di Falce sono, a mio parere, i passi scritti meglio e più interessanti di tutto il romanzo. Attraverso questi brani si comprendono appieno i diversi modi in cui i personaggi ragionano e riflettono sulle proprie azioni presenti e future.
Il diario di Madame Curie, che la presenta ancora prima della sua entrata in scena, dà voce agli interrogativi etici di una donna che ancora fatica a comprendere un cambiamento così radicale nella storia dell’umanità, ma cerca di operare nel miglior modo possibile il compito a cui è stata assegnata.
Dalla parte diametralmente opposta troviamo invece il diario del Maestro Goddard, falce dell’auto-proclamata “nuova guardia”.
Più simile all’account Twitter di Donald Trump che a un vero diario, la voce di Goddard fa emergere fin da subito le sue intenzioni: abolire la quota di persone da spigolare in un anno e le leggi che impediscono i pregiudizi etnici nella scelta delle vittime, compiere uccisioni di massa, sdoganare l’amore che una falce dovrebbe provare nel causare la morte altrui.
Dai diari delle falci traspare poi anche quanto la mentalità degli uomini sia cambiata dall’età mortale al momento in cui la storia si svolge. Non solo è possibile resuscitare, grazie ai progressi della medicina, chiunque muoia per cause naturali; è stata introdotta anche la possibilità di “resettare” la propria età genetica, ringiovanendo così all’infinito. L’elemento veramente distopico di Falce, in questa apparente utopia del progresso, si ritrova, ancora prima che nelle azioni del Maestro Goddard, nel modo in cui gli uomini hanno reagito alla conquista della morte: divenute ormai quasi immortali, sono diventate ancora più insensibili di prima di fronte al dolore altrui.
Se vi è capitato di studiare i cartoni animati dell’era mortale, vi ricorderete certamente di un coyote che cercava con una serie di sotterfugi di provocare la morte di un grande uccello dal collo lungo. Non ci riusciva mai, i suoi tentativi si ritorcevano sempre contro di lui. Saltava in aria, veniva colpito da una palla di cannone o cadeva da un’altezza vertiginosa. E faceva ridere. Perché, nonostante morisse in modi terribili, ritornava sempre nella scena successiva, come se ci fosse un centro di rianimazione dietro lo schermo del televisore.
Ho assistito a numerosi incidenti che hanno provocato una morte temporanea. Ho visto gente cadere nei tombini, essere colpita da un oggetto o investita da veicoli in corsa. E quando accade, la gente ride perché, per quanto possa apparire atroce l’incidente, quella persona, come il coyote, tornerà in piedi nel giro di uno o due giorni, in piena forma, come se non le fosse capitato nulla.
L’immortalità ci ha trasformati tutti in cartoni animati.
I riferimenti culturali
Uno dei compromessi che gli uomini hanno raggiunto nella conquista dell’immortalità è quello della perdita progressiva di una vera e propria cultura. Avere visto in un romanzo young adult un così ampio spazio dedicato a queste tematiche, con una preparazione impeccabile da parte dell’autore, è stato ciò che mi ha fatto affezionare così profondamente a Falce.
All’inizio del libro, il Maestro Faraday convoca Citra e Rowan a teatro e chiede loro di diventare i suoi apprendisti dopo una rappresentazione de La forza del destino di Giuseppe Verdi. Poco dopo li accompagna in una galleria d’arte, facendoli soffermare sulle opere realizzate dagli uomini durante l’età mortale. Per Faraday è importante che le future falci acquisiscano la consapevolezza del dolore, della morte e della sofferenza; dal momento che non è più possibile ottenerla di persona, la si può comprendere osservando dipinti e rappresentazioni teatrali di quel tempo.
I quadri ricoprivano le pareti dell’ampia sala dal pavimento al soffitto. Non conosceva i nomi degli artisti, ma non aveva importanza. Avevano una certa coerenza d’insieme, come se fossero stati dipinti dalla stessa anima, se non dalla stessa mano. Alcune opere erano a soggetto religioso, altre erano semplici ritratti, altre ancora catturavano la luce sfuggente della vita quotidiana con una forza di cui era priva l’arte post mortale. Lo struggimento e l’ebbrezza, l’angoscia e la gioia, emozioni che erano tutte rappresentate in quei dipinti, a volte riunite sulla stessa tela. Era inquietante, ma anche molto potente.

Falce è costellato di altri piccoli riferimenti all’arte e all’architettura dei nostri giorni: un uomo d’affari particolarmente ricco possiede un quadro di Cézanne e Madame Curie vive a Fallingwater, la casa sulla cascata progettata da Frank Lloyd-Wright, esempio più famoso di architettura organica che sintetizza la convivenza armonica tra il progresso tecnologico e la natura.
Infine, merita una menzione la natura del Thunderhead, l’intelligenza artificiale suprema, che Neal Shusterman non lascia affatto al caso, anzi costruisce riprendendo tecnologie già parzialmente esistenti nella struttura del Web. Il “cumulonembo” onnisciente di Falce deriva infatti dalla somma di tutti i servizi di archiviazione in cloud, riuniti in un enorme archivio di linked data che funziona al tempo stesso come database e come “coscienza” autonoma, capace di restituire risultati affidabili a chiunque ne faccia richiesta.
Perché potreste amarlo o detestarlo
Potreste amare Falce perché presenta una struttura a più livelli di lettura: la storyline principale e le scene d’azione sono perfettamente comprensibili e possono essere apprezzate anche dai più giovani, o da chi cerca semplicemente del sano intrattenimento, ma d’altronde l’esplorazione della moralità e i riferimenti su cui si poggia il world-building danno al romanzo un livello di maturità che si ritrova difficilmente nel target young adult.
Potreste detestare Falce perché questo mondo narrativo così denso di riferimenti, che per me è il punto di forza dell’intero libro, risulterà invece a tanti di voi pesante e pretenzioso. Prendere posizione su così tante questioni tutte in una volta e al tempo stesso portare avanti un percorso di formazione, con alcuni elementi di thriller politico per completare l’opera, richiede infatti al lettore di dedicare molta attenzione alle pagine: è comprensibile che alcuni di voi si spazientiscano.
Infine, un piccolo appunto: non c’è sempre bisogno di dare accenni di relazioni romantiche a tutti i personaggi principali, specialmente in libri come questo.
Cosa aspettarsi dal resto della trilogia
Thunderhead
Nel secondo volume della trilogia i destini di Citra e Rowan, ormai separati più che mai, continueranno a intrecciarsi con la progressiva caduta del rigido ordine della Compagnia delle falci. Incontrerete anche il punto di vista del Thunderhead in “persona” e un parallelismo non troppo subdolo con le elezioni presidenziali statunitensi.
The Toll
Nel tero volume, ambientato ben tre anni dopo i primi due, ormai tutto è cambiato. Premesso che descrivere la trama dell’ultimo volume di una trilogia senza spoiler sia praticamente impossibile, aspettatevi un’ambientazione decisamente insolita, colpi di scena continui e un finale su cui rifletterete per molto tempo.
E voi, lettori, avete letto Falce? Vi è piaciuto? Fatecelo sapere nei commenti!
L’articolo è stato scritto da Francesca
