Bonjour et bienvenue au dernier chapitre de cette rubrique sur la lecture en langue originelle !
Pardon, mi sono lasciata trasportare dall’emozione di ritrovarvi ancora una volta su questi lidi (eh sì, non posso esimermi da qualche accenno al lessico marinaresco ormai). Ebbene sì, questo sarà l’ultimo capitolo della rubrica, inaugurata a maggio, sulla lettura in lingua originale.
Nel primo articolo abbiamo parlato di astuzie in generale, di come avvicinarsi a testi redatti in una lingua diversa dalla nostra, cosa fare e cosa evitare per far sì che l’esperienza di lettura sia proficua.
Nel secondo, invece, abbiamo analizzato brevemente il sistema europeo per la valutazione del livello di conoscenza delle lingue straniere e siamo entrati nel vivo del discorso con una serie di titoli per leggere in inglese.
Ora, prima di tirare definitivamente i remi in barca, vorrei lasciarvi qualche dritta per approcciarsi ai libri in francese.
QUEL EST TON NIVEAU?
Così come per l’articolo sui libri in inglese, anche questa volta vi propongo titoli suddivisi in tre categorie: livello base (A), intermedio (B) e avanzato (C). Per verificare il vostro livello di partenza e tuffarvi dal trampolino più consono, vi esorto a verificare le vostre conoscenze tramite il test online di Radio France Internationale. Potrete valutare i livelli A1/2 e B1/2, rispondendo a 15 domande d’ascolto, di comprensione scritta e grammatica. Il risultato sarà riportato nell’ultima pagina del test.
Come per gli articoli passati, muovo dalla mia personalissima esperienza. Ho iniziato a studiare francese da adulta, all’università. Ringrazio quindi pubblicamente Mme Brunetta (e mi raccomando, l’accento sulla A!), non per avermi seppellito di accenti, dettati, regole grammaticali e coniugazioni infinite di verbi, ma per le liste di libri da leggere per l’estate (sì, i compiti per le vacanze all’università, tout-à-fait correct).
Restano comunque valide le dritte di sempre, l’importante è leggere. Che sia un testo per bambini, una lettura nuova di zecca o il vostro libro preferito, ciò che conta è non lasciarsi spaventare e salpare le ancore.
Perciò, se adorate l’inglese, oh yeah, ma il vostro cuore salta un battito per quella r palatale très romantique, non potete perdervi questo mio elenco (ok, mio e di Mme B.) per migliorare il vostro francese facendo ciò che amiamo di più: leggere.
LIVELLO A
Iniziamo con un paio di titoli per ragazzi.

Vi propongo la saga de Le petit Nicolas, nato dalla penna di René Goscinny e illustrato da Jean-Jacques Sempé. Posseggo due volumi sulla vita e le avventure del giovanissimo parigino (Le petit Nicolas e Les vacances du petit Nicolas) che raccontano la sua quotidianità in famiglia, a scuola e con i compagni di classe. Questa serie, che consta di molteplici titoli, è uno dei primi esempi nella letteratura moderna per l’infanzia in cui il mondo è raccontato dall’autore attraverso lo sguardo ingenuo del bambino. I testi, tra l’altro, sono accompagnati dalle adorabili illustrazioni di Sempé.
« Quand je serai grand, je m’achèterai une classe, rien que pour jouer dedans. »
Nicolas è stato il mio primo amico nel mondo della francofonia e sarò per sempre legata a lui.

Per chi è appena salpato dalle sponde dello studio del francese, non posso non citare
Le petit prince di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943. Credo che al mondo
non esista essere umano che ignori trama e messaggi, più o meno evidenti, del romanzo
più celebre di Saint-Exupéry. Vi risparmio quindi i miei entusiastici sproloqui su questo
piccolo grande capolavoro in lingua francese che è molto di più di un libro per bambini.
« Les hommes n’ont plus le temps de rien connaître. Ils achètent des choses toutes faites chez les marchands. Mais comme il n’existe point de marchands d’amis, les hommes n’ont plus d’amis. »
A cavallo tra il livello base e quello intermedio, vi consiglio due testi che sono in un certo senso legati tra loro.
Il primo è Nos richesses di Kaouther Adimi che ha vinto il premio Renaudot del 2017. Ho fatto la conoscenza di Edmond Charlot, Ryad e Abdallah quest’anno, grazie al club del libro gestito da Ilenia Caito, @lalibraiamisteriosa su Instagram.

Il romanzo si sviluppa su due diversi piani temporali, il passato e il presente ad Algeri e Parigi. Nel passato sono narrate le vicende dell’editore Charlot, figura realmente esistita, profondo amante della cultura e primo a pubblicare Camus. Nel presente, la libreria di Charlot è ormai chiusa, e Ryad e Abdallah sono chiamati a gestire, ciascuno a suo modo, l’epilogo di questa avventura editoriale.
« Un livre, ça se touche, ça se sent Il ne faut pas hésiter à corner des pages, à l’abandonner, à y revenir, à le cacher sous l’oreiller. »

Il secondo non può che essere, allora, L’étranger di Albert Camus, romanzo potente,
multi sfaccettato e pregno di significati. Nonostante sia un testo di riferimento per la
corrente filosofica dell’assurdo e dell’esistenzialismo, anche in lingua originale, resta
accessibile. Ho letto Lo straniero in italiano e in originale più e più volte e ad ogni
rilettura ho trovato elementi e spunti di riflessione diversi.
A questo pilastro della letteratura ho dedicato un’intera recensione sulla mia pagina.
« Quant à moi, je ne voulais pas qu’on m’aidât et justement le temps me manquait
pour m’intéresser à ce qui ne m’intéressait pas. »
LIVELLO B
Approdati al livello intermedio, il mare si fa un tantino più agitato, il lessico si complica e i periodi si fanno più lunghi.
Un inizio soft per voi, marinai del livello B, potrebbe essere uno qualsiasi dei romanzi della belga Amélie Nothomb. Adoro la sua prosa intelligente e sagace, lo humour pungente sempre presente nei suoi romanzi.
Tra i miei preferiti dell’autrice, Stupeur et tremblements e Hygiène de l’assassin.

Il primo è il resoconto dell’esperienza di lavoro o, meglio, di alienazione, vissuta dalla stessa Nothomb all’interno di un’azienda giapponese. Figlia di un diplomatico, trascorre la sua infanzia in Giappone con la difficoltà di non sentirsi mai veramente a casa. Col piglio umoristico che contraddistingue la sua produzione, vi ritroverete a sorridere di fronte agli eventi a dir poco traumatici riportati in questo brevissimo romanzo.
« Un Japonais qui s’excuse pour de vrai, cela arrive environ une fois par siècle. »
Il secondo è, invece, il primo romanzo dell’autrice, fortemente dialogico, pubblicato nel 1992. In esso sono narrati gli ultimi due mesi di vita di un notissimo scrittore, vincitore del premio Nobel, che da anni conduce una vita a dir poco ritirata. Tutti aspirano a firmare l’ultima intervista a questa figura immensa e poco conosciuta, ma solo una dei cinque giornalisti che lo scrittore accetterà di incontrare sarà in grado di svelarne la vera natura.
« Regardez autour de vous : le monde grouille d’assassins, c’est-à-dire de personnes qui se permettent d’oublier ceux qu’ils ont prétendu aimer. L’oubli est un gigantesque océan sur lequel navigue que un seul navire, qui est la mémoire. »

Un’altra lettura pregevole e assai d’impatto è Chanson douce di Leïla Slimani, autrice franco-algerina. Pubblicato nel 2016, questo favoloso romanzo è valso alla scrittrice il premio Goncourt dello stesso anno. Ispirato a fatti reali, l’ho profondamente adorato e per questa ragione ne ho voluto parlare estensivamente anche sul mio profilo.
La penna della Slimani è asciutta, implacabile: sarà difficile scrollarvi di dosso l’immensità della storia raccontata in queste pagine.
« La solitude s’est révélée, comme une brèche immense dans laquelle Louise s’est
regardée sombrer. La solitude, qui collait à sa chair, à ses vêtements, a commencé
à modeler ses traits et lui a donné des gestes de petite vieille. La solitude lui sautait
au visage au crépuscule, quand la nuit tombe et les bruits montent des maisons
où l’on vit à plusieurs. »
Prima di inabissarci nelle acque profonde del livello avanzato, mi faceva piacere consigliarvi un saggio di difficoltà medio-alta. La saggistica è generalmente più complessa e non tutti amano il genere di per sé. La lettura di quest’opera non potrà in alcun modo lasciarvi indifferenti; i temi trattati sono di un’attualità sconcertante e lo stile dell’autrice è straordinariamente tranchant.

Mi riferisco a King Kong Théorie di Virginie Despentes. Il saggio è una disanima impietosa sulla società moderna e sul sistema patriarcale. A dir poco illuminanti le sezioni dedicate alla cultura dello stupro, alla prostituzione e alla pornografia.
« Il y a une forme de force, qui n’est ni masculine, ni féminine, qui impressionne, affole, rassure. Une faculté de dire non, d’imposer ses vues, de ne pas se dérober. »
LIVELLO C
Siamo all’ultimo livello, e come dice il buon Spiderman, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. A questo punto, la navigazione si fa dura, aumenta il numero di pagine, si complicano sintassi e vocabolario.
Sarebbe sciocco da parte mia non portare alla vostra attenzione quella che è la saga francese più chiacchierata del momento, ovvero La passe-miroir di Christelle Dabos. La serie consta di 4 volumi: Les Fiancés de l’hiver, Les Disparus du Clairdelune, La Mémoire de Babel e La Tempête des échos (i primi due eccezionali, gli ultimi due progressivamente meno convincenti, e mi taccio sul finale!). La narrazione si svolge in un mondo che è stato ridotto in Arche, isolotti fluttuanti nel cielo, ciascuno governato da uno spirito di famiglia, figura misteriosa detentrice di poteri particolari che sono tramandati ai suoi discendenti.

La protagonista, Ophélie, è una giovane ragazza che ha due poteri eccezionali: il primo, di famiglia appunto, grazie al quale toccando gli oggetti riesce a leggerne la storia, ed un altro, eccezionale, che le permette di usare gli specchi come porte.
Non dico altro perché non c’è un modo dignitoso per riassumere in una manciata di parole una saga di 4 capitoli da più di 500 pagine l’uno, ma ve la consiglio se di tanto in tanto amate perdervi in mondi fantastici. La storia vi coinvolgerà come poche altre e sarà difficile posare il libro. Vi accorgerete di quanto ricco si presenti il lessico: oltre ai vocaboli tradizionali sono presenti molti termini inventati che giocano sulle parole per descrivere oggetti, luoghi e creature immaginarie.
« Résignée ? Pour être résignée, il faut accepter une situation, et pour accepter une situation, il faut comprendre le pourquoi du comment. Ophélie, elle, ne comprenait rien à rien. Quelques heures auparavant, elle ne se savait pas encore fiancée. Elle avait l’impression d’aller au-devant d’un précipice, de ne plus s’appartenir du tout. »

Il penultimo libro, perfetto per il marinaio amante della Storia, è Max di Sarah Cohen-Scali. Un romanzo al quale ripenso spessissimo. Mandando indietro le lancette dell’orologio, vi ritroverete nella Germania nazista del 1936. Per il programma Lebensborn, donne tedesche accuratamente selezionate vengono reclutate dai nazisti per partorire nuovi membri della razza ariana. Nel ventre di una di queste donne c’è Max, che conta letteralmente i minuti che mancano alla sua nascita di perfetto esemplare ariano. Max è l’io narrante del romanzo, lucido e spietato, ancor prima di venire alla luce. L’autrice vi sfiderà mostrandovi che la mostruosità, la crudeltà non hanno età.
« Je suis l’enfant du futur. L’enfant conçu sans amour. Sans Dieu. Sans loi. Sans rien d’autre que la force et la rage. Heil Hitler ! »
Prima di ammainare definitivamente le vele, vi lascio con un ultimo consigliatissimo testo, Réparer les vivants di Maylis de Kerangal. Il romanzo, pubblicato nel 2014, è la storia di un trapianto cardiaco.
L’autrice fa ampio uso di un linguaggio tecnico senza però mai perdere l’emotività e l’eccezionale empatia con la quale tratteggia i suoi personaggi. Vedrete alternati termini accademici ad espressioni popolari, noterete le numerose anafore e l’assenza totale dei tipici segni tipografici a segnalare il discorso diretto. Un libro che è un’ode, una poesia.
« Le cœur de Simon migrait dans un autre endroit du pays, ses reins, son foie et ses poumons gagnaient d’autres provinces, ils filaient vers d’autres corps. Que subsistera-t-il, dans cet éclatement, de l’unité de son fils ? Comment raccorder sa mémoire singulière à ce corps diffracté ? Qu’en sera-t-il de sa présence, de son reflet sur Terre, de son fantôme ? Ces questions tournoient autour d’elle comme des cerceaux bouillants puis le visage de Simon se forme devant ses yeux, intact et unique. »
Giunge dunque al termine questa lunga traversata, cominciata lo scorso maggio.
È stato emozionante imbarcarmi con voi e tornare a sfogliare i libri che hanno forgiato il mio personalissimo viaggio di studio e approfondimento dell’inglese e del francese. Mi auguro di essere riuscita a liberarvi delle remore di leggere in lingua originale e di avervi consigliato testi interessanti, che possano allietare il vostro percorso.
Sarei felice di sapere se qualcuno dei miei prodi, dopo la lettura di questa serie di articoli, abbia iniziato effettivamente a leggere in inglese, e se a qualcun altro sia venuta invece voglia di rispolverare il suo francese.
Un grande saluto a tutti voi, fedeli compagni, e buona lettura!
Articolo scritto da Chiara
