Gli echi parlano a chi sa ascoltarli.
– Christelle Dabos
Eccomi qui dopo appena quattro mesi dal primo articolo legato all’Attraversaspecchi.
Ci eravamo lasciati con le due illustrazioni ispirate dai primi tre volumi dalla saga e non potevo non concludere con quella per Echi in Tempesta.
Come avevo ammesso, alla fine dell’altro articolo, provavo un misto di emozioni al pensiero di come la scrittrice avrebbe potuto concludere la storia.
Purtroppo, la mia mente è stata affollata da dubbi e timori, legati principalmente alle recensioni e i commenti di chi aveva già potuto leggere Echi, che ahimè erano principalmente negativi ed in alcuni casi anche particolarmente sgradevoli.
Nonostante ciò, sapevo che erano opinioni personali e volevo poter dire la mia, non mi sono persa d’animo e il prima possibile ho ordinato la copia dell’ultimo volume dell’Attraversaspecchi, ricevendo in omaggio anche il libretto viola Dietro le quinte.
Questo oggettino è davvero grazioso e un fan della saga non poteva perderselo ma devo ammettere che mi ha un po’ delusa per i contenuti, non tanto i meravigliosi studi ed illustrazioni di Laurent Gapaillard ma più per la parte testuale, la quale si ritrova anche all’inizio di Echi in Tempesta, e crea una ripetizione di informazioni, togliendo l’aspetto di “unicità” e “bisogno” del volumetto.
Il Libro
Ma oltre a questo, parlando della storia di Echi in sé, posso dire che come i volumi che lo hanno preceduto, possiede la stessa costruzione accattivante che ti tiene incollato alle pagine per saperne sempre di più dei misteri che avvolgono Ofelia e i suoi amici.
Non voglio sbilanciarmi troppo per non togliere sorprese a chi ancora deve avvicinarsi alla saga o leggere l’ultimo libro, ma ammetto che sin da Fidanzati dell’Inverno mi ero immaginata un finale de genere (cosa vorresti? Un applauso?) e non ha quindi disatteso le mie speranze. È un finale adatto ed in linea con la storia che è stata narrata da Christelle Dabos.
Logicamente ci sono delle piccole pecche (sono dell’idea che nessun libro possa essere perfetto per tutti, ognuno ha una visione personale e si aspetta una storia che non sempre può essere quella immaginata dallo scrittore e quindi quello che per un lettore potrebbe essere una pecca per un altro potrebbe invece rivelarsi la chiave di volta della storia), ma a mio avviso non sono neanche così terribili o tali da far definire il volume “indegno” dei precedenti.
Mi riferisco in particolare al modo in cui sono stati sviluppati e rappresentati i personaggi secondari della saga.
L’Attraversaspecchi è una storia ricca di characters complessi e sfaccettati, che sono una di quelle particolarità che più ho apprezzato, leggendolo. Purtroppo, in Echi i compagni di viaggio di Ofelia e Thorn vengono un po’ lasciati da parte e diventano quasi di contorno, non veri e propri personaggi attivi e utili allo svolgimento del racconto e il “finale” di molti non è sempre totalmente soddisfacente.
D’altra parte, devo però ammettere che questa scelta ha permesso alla scrittrice di approfondire l’interiorità e la crescita psicologica dei due protagonisti e concedere finalmente risposte alle domande che si affollavano nelle nostre menti fin dal primo volume e ci lasciavano ogni volta con il fiato sospeso.
Soffermandosi principalmente su Ofelia e Thorn l’autrice permette al lettore di apprezzarli ancora meglio e di rendersi conto, senza ombra di dubbio, della loro evoluzione dal primo incontro sull’arca di Ofelia, Anima.
Lei non è più timida e “insignificante” e Thorn dimostra che l’essere “burbero e calcolatore” sono due caratteristiche che cominciano ad andargli strette. Durante il loro viaggio e le loro peripezie avevamo già avuto degli assaggi della determinazione di Ofelia e della sensibilità di Thorn, ma in Echi in Tempesta sarà difficile non emozionarsi davanti ad alcune situazioni in cui si troveranno.
Thorn si guarda le braccia ormai vuote eppure piene di una nuova forza, braccia in grado di fare l’impossibile. Anche un po’ di più.
Ci sono comunque anche altri personaggi che si rivelano importanti e che sia in senso positivo che negativo possono essere rivalutati ma non mi sento tranquilla a parlarne per timore di farvi, involontariamente, qualche spoiler e privarvi della sorpresa.
L’illustrazione

Come avevo promesso, non potevo sottrarmi da realizzare l’illustrazione ispirata ad Echi in Tempesta: mi sembrava sciocco non chiudere il cerchio e ammetto che non vedevo l’ora di poterla disegnare.
Se per Fidanzati dell’Inverno/Scomparsi di Chiardiluna, la composizione dell’immagine ed i colori sono stati istintivi, per l’illustrazione de La Memoria di Babel e per Echi, ho usato più metodo per renderle armoniose una volta messe tutte assieme.

Ho cercato di creare dei rimandi e delle similitudini tra le tre illustrazioni che abbiano dei significati abbastanza specifici, dall’importanza del personaggio all’ azione chiave che compie in quel dato volume.

Per esempio: la primissima Ofelia (Fidanzati dell’Inverno e Scomparsi di Chiardiluna) ha una posizione speculare a quella di Elizabeth nell’ultima illustrazione (Echi in Tempesta).
In tutte e tre le illustrazioni ci sono dei personaggi centrali (Thorn in Fidanzati/Scomparsi, Ofelia in Babel e Seconda in Echi) che “guardano in camera” per usare un termine cinematografico. Questo perché sono personaggi che, come detto sopra, compiono quell’azione chiave nel volume di riferimento. In tutte e tre, i personaggi colorati sono sempre sei e gli altri mantengono spesso una simmetria e potrei stare ore ad elencare tutti i piccoli particolari ma non credo che sarebbe molto costruttivo.
Tornando all’ illustrazione di Echi in Tempesta in particolare, devo dire che è stata la più semplice delle tre (nell’ altro articolo avevo già accennato alle piccole peripezie per la colorazione di Babel e alla ricerca della composizione giusta e leggibile).
Più semplice perché la maggior parte dei personaggi che avevo scelto di illustrare erano già stati affrontati nelle prime due e quindi il design mi era familiare, in più ho cercato di rendere ancora più evidente il “gioco di simmetrie” e specularità, tra i vari characters (Elizabeth/Seconda – alto/basso; Renard e Gaela/Genealogisti – di spalle gli uni agli altri; Archibald/Lazarus; Octavio/Cavaliere; Victoria/Ambroise).
A rompere lo schema è solo l’Altro ma per un motivo (shh, meglio non dirlo).

Conclusione
Mi è davvero difficile poter dire quale dei quattro volumi io abbia preferito, perché per quanto siano fisicamente quattro tomi distinti, la storia è talmente legata da farmeli pensare più come quattro macro-capitoli di un unico libro (non è così che dovrebbero essere le saghe?) in cui Fidanzati dell’ Inverno è l’introduzione, Gli Scomparsi di Chiardiluna, La Memoria di Babel sono lo sviluppo ed Echi in Tempesta la conclusione.
Adoro il mutamento della storia, da Fidanzati in cui il racconto è narrativo e “guidato” fino ad Echi in cui si lascia da parte l’aspetto più puramente logico e si affrontano sfumature suggestive, oniriche e caotiche che accrescono, a mio parere, l’idea di “una tempesta di echi” in cui nulla è più stabile o certo, in cui è possibile comprendere davvero alcuni dei misteri che avvolgono l’universo raccontato da Christelle Dabos.
Sicuramente non sento la necessità di un quinto volume, perché la storia di Ofelia non poteva trovare una conclusione più giusta e poetica di quella di Echi in Tempesta.
Sono convinta che non sia sempre necessario dover spiegare ogni dettaglio, fino all’ultima virgola, di un racconto: è come se si chiedesse ad un illusionista di svelare il trucco che ha usato davanti ai nostri occhi, incantandoci, facendo sì che perda tutta la magia.
L’unica cosa che mi sento di dire, se posso permettermi, è che forse avrei diluito tutte le informazioni che vengono rivelate in Echi anche nei volumi precedenti (mi riferisco soprattutto ad elementi non portanti ma comunque molto belli) così da poter dare a tutto il proprio spazio, senza essere costretti a non poter perdere neanche una riga dell’ultimo volume, denso di rivelazioni e indizi importanti.
Concluso l’Attraversaspecchi, avvolta dalla nube di mancanza che mi prende ogni volta che termino una lettura, in cui mi sembra di aver perso degli amici, mi sono gettata tra le braccia di Harry Potter (ormai saga per saga, leggiamole tutte) su consiglio di amici che da anni mi dicevano “Hai visto i film ma i libri sono migliori” e devo dire che avevano ragione, è così. Chissà che non ci scappi qualche illustrazione anche di maghi, streghe e animali fantastici.
Posso dire che ho terminato la saga dell’Attraversaspecchi ma so già che la rileggerò ancora molte volte per immergermi nuovamente nelle sue atmosfere e carpire quei piccoli particolari che non ho notato subito e sicuramente, le tre illustrazioni che ho realizzato sul tema non rimarranno da sole, perché come avevo detto anche nel primo articolo, i personaggi dei libri non sono solo lettere, linee e colori su carta o digitali.
Sono anche un po’ di più.

E voi avete letto questa serie? Avete recuperato Echi in tempesta? Siete rimasti colpiti o delusi?
Articolo e illustrazioni di Elena

odio i finali aperti, echi in tempesta è troppo confusionario e ci sono così tanti archi narrativi non chiusi che non saprei da dove iniziare, partiamo da vittoria: a cosa serve? è un personaggio inutile, serve forse a spiegare le leggi del mondo composto da echi? da dritto e rovescio?
e poi Archibald? che senso ha dirci che ha una grave malattia, se poi non prosegui, solo per farci entrare in empatia?
io spero vivamente in un 5o volume perché è decisamente necessario, non può finire così
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