articolo scritto da @ifeelbook
Essendo cresciuta a pane e Gilmore Girls (= Una mamma per amica nell’edizione italiana) non sono riuscita a fare a meno di incuriosirmi per la famosa “lista dei libri di Rory”, ovvero una lista con centinaia di titoli citati in un modo o nell’altro nel corso delle sette stagioni della serie tv.
Alla fine del 2019, dopo l’ennesimo rewatch, decisi di avviare sul mio profilo Instagram un Gruppo di Lettura a tema Gilmore Girls selezionando cinquanta degli oltre trecento libri raccolti e avviai quello che divenne l’In Omnia Paratus GdL (un nome un po’ complesso ma che strizza l’occhio ai fan).
Per ragioni personali e non, il progetto è naufragato dopo poche tappe, ma io ho cercato comunque di non abbandonare la lettura di questi libri e saltuariamente mi sono dedicata ai titoli della lista. La mia intenzione sarebbe quella di leggere tutti i cinquanta libri che avevo selezionato, così come mi piacerebbe ridare vita al GdL coinvolgendo altri fan come me. Intanto comunque mi è venuta voglia di parlarvi di ciò che ho letto finora e di coinvolgervi per qualche minuto nell’atmosfera rassicurante, comica e magica di Stars Hollow!
In questo articolo vi parlerò di tre libri della lista di Rory, cercando anche di inserire i riferimenti ad essi nella serie tv. I titoli che ho scelto per oggi sono:
- Alta fedeltà di Nick Hornby;
- I ragazzi della 56esima strada di Susan Eloise Hinton;
- L’anno del pensiero magico di Joan Didion.
Alta fedeltà di Nick Hornby

Alta fedeltà è uno dei romanzi più famosi di Nick Hornby. Classe 1957, Hornby è appassionato di musica e calcio, temi che ricorrono spesso nei suoi romanzi.
Ha scritto letteralmente una valanga di libri, sempre umoristici e caratterizzati da una penna leggera e ironica.
Alta fedeltà è un romanzo del 1995 che parla di Rob Fleming, trentacinquenne appassionato di musica pop ed ex DJ che si ritrova a riflettere sulla propria vita dopo essere stato mollato dalla fidanzata.
È un romanzo che ho apprezzato tantissimo specialmente per il suo stile, sempre ironico, brillante, arguto, sarcastico e all’occorrenza intelligente. Nonostante la trama ruoti sempre intorno allo stesso tema, non c’è mai un momento di noia e si conclude la lettura con il rammarico di non poter più leggere le elucubrazioni mentali di Rob.
Rob, un trentacinquenne che fondamentalmente è un cazzone che è stato mollato anche a ragione, ma a cui non si può non volere bene. È un eterno bambinone che si interroga ancora sul motivo per cui non abbiano funzionato le sue relazioni adolescenziali e ne soffre. È un sognatore aggrappato ai suoi desideri che però non vede realizzati pienamente nella realtà.
E viene tanta tenerezza quando lo vediamo crescere davanti ai nostri occhi, sebbene continui a sbagliare e a farsi rimproverare e a non trovare mai la risposta perfetta ai problemi che deve affrontare.
La sua storia è costellata da tanta musica, al punto da vivere la lettura quasi come se fosse un film con una strepitosa colonna sonora.
In Gilmore Girls questo libro è citato nell’episodio 21 della seconda stagione. Rory decide di saltare la scuola per andare a New York nel giorno del diploma di sua madre. Che sarà mai fare una capatina a New York nel giorno più importante per Lorelai? Ma sì, non prendiamoci in giro: deve andare a trovare Jess, e dunque non possiamo che giustificarla perché anche noi abbiamo già l’ormone a mille.
Durante la passeggiata Jess chiede a Rory se le va di passare in un negozio di dischi lì vicino e le dice:

‹‹There’s a record store you should check out. It’s run by this insane freak who’s a walking encyclopedia for every punk and garage-band record ever made. Catalog numbers, he’s crazy. The place is right out “High Fidelity”››.
Insomma, Jess paragona il gestore del negozio al nostro Rob Fleming e noi del #TeamJess non possiamo che adorarlo ancora di più!
The Outsiders. I ragazzi della 56esima strada di S. E. Hinton
Devo ammettere che se non fosse stato per la lista di Rory non avrei mai conosciuto questo romanzo.
Eppure The Outsiders è un libro che occupa un importante ruolo nella storia della letteratura in quanto potrebbe definirsi il primo romanzo che apre le porte al genere Young Adult.
Infatti la Hinton lo scrisse all’età di sedici anni: un’adolescente che scrive di adolescenti mostrandone anche gli aspetti più torbidi e oscuri.
I Greasers e i Socs sono due gang rivali sempre in guerra tra di loro: i primi sono i “poveri”, quelli visti male dalla gente e considerati delinquenti, mentre i secondi sono i “privilegiati”, quelli con le macchine e i vestiti belli.
Ponyboy fa parte dei Greasers ma è un ragazzino dalla sensibilità spiccata che ama “guardare i tramonti” e che sogna ancora un futuro migliore per sé e i suoi fratelli. Una rissa finita male tra i Socs e i Greasers porta le cose a precipitare, in un’escalation di eventi che mette in discussione la visione di questi gruppi e che porta alla domanda se sia davvero la posizione sociale a fare di una persona una brava persona o se non conti di più ciò che lei ha dentro di sé.

Il fatto che il libro sia narrato in prima persona da Ponyboy permette di avere uno sguardo più intimo e privilegiato sulle vicende raccontate ed è facile immedesimarsi in questo ragazzino così fragile e buono che si trova solo per caso dalla parte dei “delinquenti”.
Che poi i Greasers sono tutto tranne che delinquenti: sono ragazzi poveri, con famiglie disastrate, che tentano di galleggiare in una società che li esclude e che preclude loro la possibilità di un futuro migliore.
Le brutture di questi disagi e la guerra con i Socs, quelli privilegiati che non hanno mai conosciuto difficoltà, li portano a cambiare, a diventare dei “duri”, perdendo quella lucentezza d’oro di chi nasce senza pregiudizi e condizionamenti.
Ho amato questo romanzo perché alla luce dei tanti eventi di cui si sente parlare penso che sia estremamente contemporaneo e importante, un libro da far leggere nelle scuole, per imparare a capire concetti come l’affetto, la famiglia, la solidarietà. Tutto con un linguaggio semplice e diretto, privo di falsi perbenismi ma tanto umano e sofferto.
In Gilmore Girls il romanzo è citato in ben due occasioni, una volta da parte di Rory ed una da parte di Lorelai. La prima volta accade nella prima stagione, nel famoso episodio del ballo della scuola di Rory (episodio 9). Rory convince Dean ad accompagnarla al ballo, anche se lei stessa ha non poche remore ad andarci perché odia tutti i suoi compagni di scuola. Proprio in questa occasione si paragona al piccolo Ponyboy dicendo così:
‹‹These kids at my school – awful. Have you seen “The Outsiders”?››
‹‹Yeah, I have.››
‹‹Just call me Ponyboy.››

Quando poi il ballo si rivela non essere poi così sgradevole, durante un lento Dean con la sua solita dolcezza (sì, io sono #TeamJess ma ammetto che Dean sia stato un perfetto primo fidanzato), le chiede:
‹‹So, Ponyboy, you happy?››
‹‹Yeah, I’m happy.››

Nella seconda stagione episodio 7, invece Lorelai parla a Rory riguardo al suo coinvolgimento nel Gruppo Segreto delle Puffs della Chilton. Rory sarà coinvolta in una sorta di “rito di iniziazione” e le Puffs chiedono a Lorelai il permesso di “prendere in ostaggio” Rory. È così che Lorelai dice a Rory:
‹‹She told me to leave a key under the mat and some money on the coffee table.››
‹‹And you said yes to this insanity?››
‹‹Hey, I told you not to become a Soc. But you didn’t listen.››
Chi ricorda l’episodio non potrà aver dimenticato la povera Paris che viene tirata fuori dal letto in condizioni pietose mentre Rory, già allertata dalla madre, ha anche il lucidalabbra addosso!
L’anno del pensiero magico di Joan Didion
Last but not the least, oggi vi parlo anche de L’anno del pensiero magico di Joan Didion.
Per questo libro avevo l’hype a mille perché non avevo trovato una persona (davvero, nemmeno una) che ne avesse parlato male.
Ne ho sempre sentito parlare come un libro splendido, specialmente a livello emotivo.
Descritto come un racconto straziante, lacerante, sofferto, immaginavo di perderci anni di vita, di versare tutte le mie lacrime sulle sue pagine e di immedesimarmi a tal punto da vivere per un po’ di tempo nel lutto insieme all’autrice (sì, sono un po’ sadica, lo so).

Inutile dire, dopo questa premessa a dir poco sarcastica, che così non è stato.
In questo libro autobiografico la Didion racconta l’anno successivo alla morte del marito e come abbia affrontato il lutto, in concomitanza anche ad una lunga malattia che ha messo la figlia Quintana in pericolo di vita.
La sofferenza della Didion effettivamente è spiattellata in bella vista, non c’è alcun filtro tra i suoi pensieri e le sue parole.
Non fa mistero della sua incapacità di accettare la morte di John e i cambiamenti che essa ha portato nella sua vita, al punto da inventarsi anche dei meccanismi di difesa che sono racchiusi proprio nel concetto di “pensiero magico”.
Ciononostante non sono riuscita a provare particolare empatia, né nei confronti dell’autrice né nei confronti della storia, forse per il metodo di scrittura o per le continue digressioni.
Ho apprezzato il messaggio che ha voluto passare (che poi davvero voleva passare un messaggio o voleva solo essere uno sfogo?), ma mi sono sentita costantemente spettatrice estranea e mai partecipe.
Sarebbe facile sentirsi coinvolti in uno strazio così grande, specialmente quando è narrato in prima persona. Tuttavia in me è prevalso solo un costante senso di noia e insoddisfazione.
Ero curiosa di approfondire il concetto di “pensiero magico” ma anche quello in realtà non viene a galla come mi sarei aspettata. L’idea è tanto chiara quanto sfumata, forse volutamente.
L’autrice riconosce la sua volontà di rifugiarsi nel ricordo, in quella magia propria di chi non accetta il presente e nega la realtà dei fatti.
Raccontare e raccontarsi in questo libro è per lei una catarsi, un modo per andare avanti, ma lo fa in una maniera che mi ha lasciato perplessa e tiepida.
In me è rimasta solo la curiosità di approfondire l’autrice per farmene un’idea più precisa, ma ammetto di non avere più quell’entusiasmo che avevo prima della lettura di questo libro.

Passando a Gilmore Girls, l’immagine di Rory che legge la Didion è tra le più famose della serie. Succede nell’episodio 15 della sesta stagione, quando Rory e Logan passano il San Valentino a Martha’s Vineyard con Lorelai e Luke. Il weekend delle due coppie è destinato a prendere una piega inaspettata ed infelice, soprattutto per Rory che vede ancora una volta la famiglia di Logan mettersi contro la loro relazione. E sembra quasi metaforico il fatto che si veda Rory leggere il libro della Didion, perché a dispetto del suo desiderio di tranquillità e felicità con Logan (il suo “pensiero magico”), deve poi fare i conti con la realtà che le rema decisamente contro.
La lista di Rory Gilmore racchiude ancora tantissime perle, libri più o meno famosi che hanno fatto la storia della letteratura (perlopiù americana).
Durante la lettura di alcuni titoli di cui ignoravo completamente l’esistenza non ho potuto fare a meno di ringraziare mentalmente chi abbia redatto la lista per avermi permesso di conoscere testi veramente valevoli e interessanti.
Mi piacerebbe tornare a rispolverare il Gruppo di Lettura su Instagram per poter condividere le emozioni che provo ad ogni lettura con altri appassionati come me delle Gilmore Girls, quindi chiedo a voi: vorreste far parte di questo pazzo progetto? Siete appassionati di questa serie TV? Avete mai intrapreso questa stessa mia avventura leggendo i libri della lista di Rory?
Lasciate un commento per farmi sapere e ricordatevi che potete contattarmi per ulteriori informazioni o per scambiare quattro chiacchiere sulle nostre ragazze di Stars Hollow tramite il mio profilo IG @ifeelbook
Articolo scritto da Giorgia
