Scuola Librai Italiani: la mia esperienza

articolo scritto da @viveretralerighe

Dovete sapere che, un bel giorno, la splendida creatrice di questo angolino libresco ha fatto un grande, grosso errore…mi ha chiesto di scrivere un pezzo sulla storia dei miei studi per diventare Libraia.
Vi state chiedendo cosa c’è di male? Beh, non si dovrebbe mai…mai fare una domanda del genere ad una delle 10 persone più logorroiche che abitano attualmente il pianeta terra.

Tutto cominciò in maniera un po’ burrascosa: lavoravo già da qualche anno nella storica libreria Hoepli di Milano (quella su come ci sono finita è un’altra storia…) fino a quando mi sono imbattuta in un medio-grande problema di salute.
Con il tempo, per fortuna, questo andava risolvendosi e mio padre, desideroso di aiutarmi, ha suggerito di provare a buttarmi anima e corpo in un progetto in cui credevo. È stato così che, pochi giorni dopo, compilavo i moduli per sostenere gli esami di ammissione alla Scuola Librai Italiani di Orvieto.

La scuola esiste ancora ma oggi ha sede a Roma, in fondo all’articolo trovate tutti i riferimenti. Il mio era il sesto anno scolastico ed è stato di gran lunga il periodo migliore della mia vita: avendo già lavorato in libreria sapevo a cosa andavo incontro ma non vi nego di essermi trovata, spesso e volentieri, davanti a sfide stimolanti e imprevedibili.

La Libreria Hoepli, la mia palestra, è una grande libreria indipendente, che si trova a metà tra la classica, piccola libreria a conduzione familiare e il gigantesco store di catena: è stato fantastico “farsi le ossa” in un posto così, ho imparato un po’ di cose relative ad una realtà e po’ ad un’altra.
Una volta giunta alla Scuola Librai Italiani (d’ora in avanti SLI), però, mi sono trovata davanti ad una decisione da prendere: avrei voluto aprire una libreria indipendente o una di catena? Non so se il percorso formativo sia ancora suddiviso in questo modo ma, ai miei tempi, si faceva una prima parte di lezioni tutti insieme e, circa a metà dell’anno, ci si divideva secondo la scelta della tipologia di attività da aprire.

Le materie in programma erano le più disparate: dal marketing, all’economia aziendale, alla biblioteconomia (my love), abbiamo potuto interagire con librai, editori, distributori e autori, abbiamo potuto imparare, per filo e per segno, tutto quello che avviene nell’intera filiera del prodotto libro, ed è stato un viaggio straordinario.
L’esame finale non è stato un gioco, nel senso stretto del termine: suddivisi in piccoli gruppi, abbiamo dovuto presentare un vero e proprio progetto di apertura di una libreria e, quando dico “vero e proprio”, intendo che, ad esempio, i locali in cui avremmo voluto strutturarla dovevano esistere davvero, abbiamo parlato e contrattato per affittarli e abbiamo realizzato vere e proprie ricerche di mercato e analisi del territorio e della concorrenza, per poi redigere un autentico conto economico con stato patrimoniale.

Non è stato semplice ma lo rifarei altre mille volte. Inoltre, da non sottovalutare è l’aspetto dei contatti e della rete di conoscenze che si crea quando ti immergi a 360° in un ambiente professionale: è stato quasi alla fine dell’anno scolastico che sono stata chiamata per sostituire una persona in un’altra storica libreria di Milano, quando ancora stavo finendo di svolgere uno dei due stage formativi organizzati dalla scuola. La soddisfazione più grande è stata quella di sentirsi dire che “volevano me”, perché in determinate occasioni avevo avuto modo di dimostrare di saper fare bene il mio mestiere.

Ho solo accennato agli stage formativi, che erano due e si svolgevano in una libreria di catena e in una indipendente, ma le esperienze sul campo sono state tantissime: abbiamo avuto modo di vivere a tutto tondo due tra le fiere librarie più importanti d’Europa, Il Salone Internazionale del Libro di Torino e la Frankfurter Buchmesse (Fiera Internazionale del Libro di Francoforte).
Raggiungere questa incredibile città tedesca ci ha permesso non solo di visitare lei e la fiera ma anche di alloggiare e vivere da molto vicino la Scuola Librai di Francoforte, un luogo magico dove ho letteralmente lasciato il cuore.

In Germania prendono davvero seriamente la formazione dei Librai, avendo un mercato del libro sensibilmente più florido del nostro: la loro Scuola assomiglia ad un campus universitario americano e impegna gli studenti quanto un lavoro a tutti gli effetti. È dotata di una vera biblioteca e di una vera libreria, costruite apposta per le esercitazioni degli studenti, che mettono in pratica gli insegnamenti prima di ritrovarsi nel mondo del lavoro. Ci pensate? Proprio come da noi…(Pronto? Sarcasmo?)

Infine, come non parlarvi dei giorni passati al Festival della letteratura di Mantova, sempre come addetti ai lavori, che ci hanno permesso di toccare con mano una realtà ancora differente rispetto a quelle sperimentate fino a quel momento. Io credo di non poter mai dimenticare mesi speciali come quelli.

Terminata la mia sostituzione in libreria, durata fino a circa due anni dopo la fine della SLI, ho potuto assaporare una nuova esperienza in ambito editoriale, riuscendo ad accaparrarmi un posto come stagista presso la Casa Editrice dell’Università Bocconi di Milano. Purtroppo non posso descrivervi quest’avventura con lo stesso entusiasmo delle precedenti: avevano solo bisogno di riempire una sedia e non ho avuto modo di vedere tanto dei processi su cui si basa un editore di testi tecnici universitari, ma il poco che ho appreso me lo tengo comunque stretto.

Ahimè siamo già giunti alla fine della mia storia libraria (solo perché ho deciso di avere pietà di voi e perché temo che Sophia mi tagli due terzi di articolo), durante la quale ci siamo mossi attraverso 6 lunghi anni della mia vita, che ricorderò per sempre come i più belli, pregi e difetti. Io non ho avuto modo, per cause di forza maggiore (ciao soldi, ciao), di continuare a muovere i miei passi in quell’ambiente perché i tempi “erano quel che erano”…ora i tempi, beh, “sono quel che sono” ma io non posso fare altro che dirvi questa cosa, prima di salutarvi: se ne avete la possibilità, resistete. Anche se i contratti fanno pietà, anche se vi sembra di dover fare gli stagisti a vita, anche se la paga è sempre appesa a un filo; se potete, resistete; perché quella del Libraio, signori, è la vita più bella che ci sia.

Se volete sapere di più sulla Scuola Librai italiani potete informarvi in questo link.

E voi lettori, avete mai pensato di intraprendere la carriera di librai? Cosa vi incuriosisce di questo lavoro e cosa vi spaventa?
Fatecelo sapere in un commento!

Articolo scritto da Eleonora