Peggior elfo di Babbo Natale
Chiara, esemplare comune di Grinch, piacere.
- Le lucette mi piacciono ma vivo serenamente anche senza. Decisamente senza se cominciamo ad accendere tutto a festa già dai primi di ottobre. Diamoci una calmata.
- Odio fare l’albero di Natale e la colpa è di mio padre. Ne ha comprato uno montabile diversi anni fa di cui va fierissimo perché cit. “È folto e maestoso”. La verità è che lui, il suo tronfio albero, non l’ha mai voluto assemblare. Se l’avesse fatto si sarebbe reso conto che la maestosità del risultato finale sottende l’expertise di un team di ingegneri meccanici: millemila codici alfa numerici da appaiare per posizionare ciascun ramo nell’alloggiamento preposto (e nessun albero di Natale vale tanto logorio mentale). Da due anni mi sono emancipata dall’obbligo morale di occuparmene per conto dei miei e, guarda un po’, dacché mi sono trasferita, non si allestisce più. Almeno finché in garage ci sarà la scatola di “folto e maestoso” ad attenderli, sospetto.
- Del presepe mi piace solo il laghetto fatto con uno specchietto ripescato dal fondo di una borsetta su cui adagiare un elegante cigno bianco tipico della fauna di Betlemme.
- Tutte le chincaglierie sparse per casa a tema neve, renne, elfi e compagnia bella, mi fanno venire l’orticaria.
- Le canzoncine, da Jingle Bells, passando per Bublè e finendo con i Wham!, sono insopportabili.
- I film di Natale, con la sola eccezione di Love Actually, sono dimenticabili.
Ciò premesso, possiamo convenire su quanto il mio curriculum da elfo di Babbo Natale sia pessimo. Capirete allora la mia reticenza quando Sophia mi ha domandato di parlare di “consigli libreschi per Natale”. Mi sono sentita la persona meno adatta al compito. Tuttavia, vista la mestizia generale che ci affligge da marzo 2020, regalare ad amici ed affetti un buon libro, mi è sembrato un gesto di grande sensibilità e premura, ancor più significativo dal momento che quest’anno trascorreremo tanto tempo nell’intimità (e nella solitudine, in qualche caso) delle nostre abitazioni.
Perciò eccomi qui, per servirvi. Let’s do it!
Lettori-tipo, ve li presento
Partiamo dal presupposto che “consigli di Chiara” fa rima con “libri in lingua originale” (potete trovare gli altri miei articoli “Leggere in lingua” “Titoli in inglese per restare a galla” “titoli in francese per restare a galla” cliccando sopra le diciture appena inserite).
In senso lato, dai, non siate pignoli. E visto che ci siamo, facciamo pure finta che esistano solo 3 tipi di lettori, così da assegnare a ciascuna categoria qualche titolo in inglese. Come tutte le generalizzazioni, le categorie individuate sono imperfette, parziali, insomma abbiate pietà, a Natale siete tutti più buoni, no?! E, aggiungiamo pure che i lettori in questione abbiano una conoscenza media della lingua inglese (da B1-2 in su).
Fatti questi doverosi disclaimer, vi presento i miei personalissimi lettori-tipo:
- The Skeptic: il caso in questione è LA sfida. Lo scettico non legge molto e molte pagine sono, per lui, sinonimo di molto stress. Non ha ancora capito se leggere faccia figo o meno, ma nel dubbio aspetta per sincerarsi della cosa. Legge qualcosina un dato mese, poi sta fermo per i seguenti quattro. Non ha un genere prediletto, sa solo che non è convinto; nella pratica, quello a cui dare consigli è un terno al lotto. IL SUO MOTTO: You don’t impress me much.
- The Mild: Il serafico legge, sì, ma solo certe cose. Ha gusti definiti, adora le trame potenti, i personaggi super delineati. È sensibile, ama le storie struggenti e piange quando il personaggio cui si è più affezionato muore tragicamente. Verosimilmente è un fan del Natale e si bea della nuova ghirlanda da appendere all’uscio di casa; nella pratica, quello che vive di emozioni. IL SUO MOTTO: Baby, let me love you.
- The Bookworm: eccolo, il lettore forte, quello che macina pagine come fosse niente, abituato alle fatiche di certi periodi tutti in salita, ché le storie più insegnano e più c’è da imparare. Nomade della letteratura, la sua libreria è una miscellanea impareggiabile; nella pratica quello che di sicuro leggerà il tuo libro regalo (quando dipende dalla sua infinita TBR) e ti giudicherà più o meno severamente per la scelta che hai fatto. IL SUO MOTTO: I’m watching you.
Definiti i lettori-tipo, procediamo con una lista di titoli che più si confanno a ciascuna categoria.
N.B. Non scenderò affatto nel dettaglio (non trovo sia molto utile parlare di trame): un paio di righe per ciascun romanzo, qualche parola sullo stile, il resto lo lascio a voi. Scegliere un libro è sempre questione d’istinto, fatevi guidare!
SCETTICI
Con gli Scettici, mantenersi su un numero di pagine contenuto potrebbe essere una strategia vincente. Evitiamo i mattoni, prediligiamo letture snelle per non pesare sul groppone di questi lettori-non-lettori piuttosto sfuggenti. Se vogliamo davvero impressionare il nostro target, serve qualcosa di coinvolgente che lo rapisca, mostrandogli che anche un miscredente come lui può perdersi tra le pagine di un buon libro.
GENUINE FRAUD di E. Lockart.
Do you think a person is as bad as her worst actions? I mean, do our worst actions define us when we’re alive? Or, do you think human beings are better than the very worst things we have ever done?
Un thrillerino che si fa leggere rapidamente. L’ho divorato in aereo (quando ancora si viaggiava) su un a/r Roma-Madrid.

Della trama, soprattutto dei libri di questo genere, meno si sa e meglio si sta. Vi basti sapere che le protagoniste sono due ragazze, Imogen e Jule. Al centro: un’amicizia intensa, una scomparsa, un omicidio (o forse due) e un rapporto amoroso travagliato (o forse un triangolo).
Ritmo incalzante e prosa fluidissima. Risultato assicurato per l’amante del genere!
THE PENELOPIAD di Margaret Atwood.
Cleverness is a quality a man likes to have in his wife as long as she is some distance away from him. Up close, he’ll take kindness any day of the week, if there’s nothing more alluring to be had.
Una lettura snack sotto le 100 pagine.

Un testo perfetto per coloro che non disdegnano la mitologia classica. Strizzando l’occhio all’Odissea omerica, seguiamo gli anni dell’attesa della paziente ed arguta Penelope. Allo sguardo penetrante della sposa di Ulisse, si affianca il coro delle dodici ancelle che vivono assieme a lei e al figlio Telemaco sull’isola di Itaca.
La penna della Atwood è magnetica in queste pagine che si concentrano su un personaggio conosciuto ma poco indagato nella produzione letteraria dedicata al mito. Safe choice!
SERAFICI
Per i Serafici, vogliamo testi che facciano leva sul loro buon cuore. Per il club dei miti vanno individuate letture balsamiche, accoglienti, che sappiano rinfrancare e trasportare questo target su un’altra dimensione. Dobbiamo conquistare il team dei Mild con storie immersive e totalizzanti. Stavolta possiamo rischiare anche con narrazioni un pochino più corpose.
THE AWAKENING di Kate Chopin.
I would give up the unessential; I would give up my money, I would give up my life for my children; but I wouldn’t give myself. I can’t make it more clear; it’s only something I am beginning to comprehend, which is revealing itself to me.

Questo romanzo, pubblicato nel 1899, venne accolto con sdegno dal pubblico, poco avvezzo a leggere di adulterio, desiderio, bisogno di affermazione legati alla figura femminile.
Molto pittoresche le descrizioni di un sud degli Stati Uniti crogiolo di lingue e culture (sullo sfondo, New Orleans e Grand Isle).
Sono numerosi i simboli utilizzati dall’autrice: gli uccelli, il mare, il pianoforte. Spiegarsene i significati nascosti sarà una prova stuzzicante per il serafico.
AN AMERICAN MARRIAGE di Tayari Jones.
Is it love, or is it convenience?… She explained that connivence, habit, comfort, obligation- these are all things that wear the same clothing as love sometimes.

A questo libro ho dedicato un intero post sul mio profilo Instagram @madforbooks al quale vi rimando per ulteriori commenti.
Per quel che riguarda lo stile, a metà tra un epistolario e un romanzo classico, ho trovato la penna dell’autrice molto contemporanea.
La storia indaga le dinamiche interne ad un matrimonio. Sullo sfondo, un’incarcerazione ingiusta, il razzismo sistemico statunitense, tradimenti e incomunicabilità di coppia. Sul comparto pathos, perciò, siamo più che coperti.
TOPI DA BIBLIOTECA
E ora arriviamo agli incontentabili, la cricca dei secchioni (con affetto e deferenza), i Topi da biblioteca. Non portano necessariamente gli occhiali (non tutti, solo il 97,8% di loro) e, checché se ne dica, hanno una vita sociale (gli amici del bookclub contano, no?!). Scherzi a parte, per questi lettori forti leggere è la norma, perciò cerchiamo testi un po’ più di nicchia, complessi per tematiche e costruzione.
YOU TOO CAN HAVE A BODY LIKE MINE di Alexandra Kleeman.
People were such fragile things: they only existed from a certain angle, at a certain scale and spacing.

Anche a questo libro ho dedicato un approfondimento sulla mia pagina IG, cui vi rimando per tutti gli sproloqui in merito. Questo romanzo assurdo, disturbante e grottesco richiede molta attenzione e una conoscenza della lingua inglese piuttosto estesa. Senza giri: è un libro difficile.
I temi principali della trama sono il consumismo, l’ossessione per il corpo (chi l’avrebbe mai detto), l’identità, il desiderio di accettazione e il conformismo. L’ho fatta semplice, ma di immediato c’è veramente poco nell’opera della Kleeman.
Una lettura solo per veri intenditori.
SHTUM di Jem Lester.
But, just by looking me straight in the eyes, or inviting some physical contact, in a moment Jonah informs me of his true feeling without words and I believe him. Words become meaningless if you don’t tell your truth and they become weapons if you tell someone else theirs.

Non saprei dirvi in che modo sono arrivata a questo romanzo anche se ho la netta sensazione di averne sentito parlare da qualche booktuber inglese. Ho un solo aggettivo appropriato per riassumere questo testo che parla di disabilità: straordinario.
Con leggerezza ed ironia, un padre, Ben, racconta la quotidianità e le angosce legate al futuro del suo amatissimo e profondamente autistico figlio undicenne, Jonah, che non parla se non attraverso delle carte illustrate.
Senza pietismi, un romanzo emozionante, intriso di humour, in cui scorci di vita familiare si alternano alla documentazione medico-legale che Ben raccoglie per assicurare a Jonah l’assistenza di cui ha bisogno.
Strike assicurato con qualsiasi amante di storie potenti, mai scontate, che lasciano il segno.
E si conclude così questa carrellatina di titoli in inglese da mettere sotto l’albero di Natale (spero un esemplare meno “folto e maestoso”) del vostro lettore-tipo.
Io che sono forever dubbiosa come lo scettico, intrigata dalle storie forti come il mite e fan dei libri impossibili da brava secchioncella, garantisco per questa lista. Se deciderete di regalare a qualcuno uno di questi titoli, fatemelo sapere qui sotto nei commenti. Mi farebbe piacere.
Vi abbraccio virtualmente e ne approfitto per augurarvi buone feste. Per le mie nutro poche speranze: davanti casa stanno iniziando a montare gli altoparlanti per la filodiffusione. Mariah, all I want for Christmas is silence!
Articolo di Chiara
