Quattro libri, dalle copertine indimenticabili che hanno colorato Bookstagram per anni, amati di molti, criticati da altrettanti.
Eccoci a metà Gennaio con il primo articolo dell’argomento del mese, ODI ET AMO, dedicato a niente poco di meno che Echi in tempesta, il volume conclusivo della serie dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos.
Ma cos’è ODI ET AMO?
Un titolo catulliano che racchiude l’anima di queste doppie interviste: per questo argomento del mese vengono selezionati alcuni dei titoli più chiacchierati, nel bene e nel male, e due bookpersone che rappresentino le due posizioni contrapposte rispetto al libro. Con una serie di domande, sia per chi l’ha odiato che per chi lo ha amato, avremo modo di analizzare questo libro più approfonditamente e schierarci anche noi o, semplicemente, decidere se leggerlo o meno.
Già a Maggio sono usciti tre articoli per questo argomento del mese, dedicati a: Eleanor Oliphant sta benissimo, Il sognatore e ACOTAR (A court of thorns and roses). Se uno di questi titoli vi interessa, potete cliccarlo e sarete trasportati direttamente nell’articolo dedicato.
Ma non perdiamo altro tempo, è il momento di leggere cosa ne hanno pensato SARA (@bookswithoutdust, che ha preso le parti dell’AMO) e RAFFAELLA (@ancorauncapitolo_, che ha preso le parti dell’ODI)
Come mai ti sei trovat* a leggere questo libro? Eri entusiast* dopo le uscite precedenti della serie o la storia cominciava già a farsi meno coinvolgente?
SARA: È successo tutto nel 2019, quando ho cominciato ad appassionarmi veramente alla lettura. Allora ho iniziato a seguire alcuni booktuber e sotto il consiglio di una ragazza, decisi di iniziare questa saga sul Kindle. Lessi tutti i volumi che allora erano usciti e me ne innamorai!
Nel 2020 però, dato che scoprì l’uscita di Echi in tempesta, decisi di comprarli tutti cartacei e di fare una rilettura dell’intera saga!
Inutile dire che li ho amati più della prima volta! E no, assolutamente, la storia non mi ha mai dato l’impressione di essere meno coinvolgente, anzi!
RAFFAELLA: Ho iniziato la lettura di questa saga spinta dalla curiosità di tutti i post che vedevo in giro su Instagram, dalle premesse che questo nuovo worldbuilding potesse presentare al lettore nuovo scenari di narrazione sensazionali e mai visti.
Così a luglio ho iniziato a leggere Fidanzati dell’inverno e non ho più smesso: in quattro giorni avevo già divorato i primi tre volumi della serie, di cui il secondo mi è rimasto nel cuore. La lettura procedeva spedita, il primo libro mi è piaciuto tanto anche se più lento rispetto agli altri, il secondo è il mio preferito perché dalla trama alla scrittura nulla viene lasciato al caso, mentre per il terzo volume ho iniziato a notare qualche dettaglio nella narrazione che già iniziava a non sembrarmi chiaro. Echi in tempesta invece l’ho letto poco dopo i primi tre, e da lì è iniziata, per me, una rapida discesa verso la catastrofe. In generale, ho mantenuto un’attenzione elevata fino al secondo libro, dal terzo ho iniziato a storcere il naso fino al quarto, quando questo proprio è scomparso alla Lord Voldemort.
Qual è stata la tua prima impressione dopo le prime pagine di lettura?
SARA: Come ho scritto nella risposta precedente, questa è stata una delle mie saghe del cuore e quindi anche questo quarto volume mi ha rapita già dalle prime righe.
Ero eccitata da una parte perché volevo scoprire cosa sarebbe successo, ma dall’altra parte ero dispiaciuta perché mi stavo rendendo conto che sarebbe stato l’ultimo e quindi di conseguenza avevo anche un po’ paura di sapere come si sarebbe conclusa la storia!

RAFFAELLA: Come detto prima, ho iniziato ad empatizzare con la storia dal secondo libro, anche se devo ammettere che la scintilla ha iniziato a prender vita da metà del primo libro, ma come ho amato e sofferto in Gli scomparsi di Chiardiluna, ragazzi non c’è storia davvero.
Mentre per gli ultimi due libri ho iniziato a perdere “attenzione” da dettagli lasciati al caso, da una trama abbozzata velocemente e soprattutto perché ho percepito una fretta di concludere, dando più dubbi che chiarimenti e conclusioni, senza mai chiudere un cerchio.
Leggendo Echi in tempesta sin dall’inizio, devo essere sincera, non ho avvertito subito il senso generale di confusione che mi ha accompagnata durante la lettura: riferimenti al passato e flashback mi davano la sensazione (errata) che questi dettagli mi sarebbero serviti nei capitoli successivi nel capire qualcosa di fondamentale: ovviamente, non è stato così.
Ho iniziato a capire che la storia mi stava più innervosendo che piacendo da circa pag 100, quando davvero continuavi a dirmi “massi, questo dubbio sicuro mi viene chiarito tra poco”. Chiarimenti ancora non pervenuti.
Quando hai chiuso l’ultima pagina qual è stato il tuo primo pensiero? Se dai un voto in stelle, quante ne hai date a questo libro?
SARA: Cos’ho pensato appena ho chiuso l’ultima pagina? Ho imprecato in una maniera assurda, perché mi ha lasciato in primis un vuoto allucinante e poi sono rimasta allibita dal finale, non glielo perdonerò mai all’autrice!
Ancora adesso nutro una speranza in un possibile seguito, anche se non credo sarà così! In ogni caso, ad Echi in tempesta ho dato 4,5, che si avvicina molto al punteggio pieno però. Perché nonostante il finale inaspettato, mi ha donato tanto.
RAFFAELLA: Quando ho terminato Echi in tempesta la mia reazione è stata un enorme e gigantesco MAH, con annesso vuoto nel petto ancora presente, ma soprattutto con una confusione in mente senza capo né coda.
A questo libro ricordo di aver dato 3/5 stelline, solo per Ophelia e Thorn e tutto quello che hanno passato, alla loro storia e alle sfide che li hanno aiutati a cambiare. Mentre se dovessi pensare all’intera saga darei un totale di 4,5/5 stelline!
Cosa avevi pensato dei libri precedenti della serie?
SARA: Ho sempre avuto un bellissimo legame con questa saga, mi ha accompagnata per due anni se possiamo dire così!
Ognuno di essi mi ha lasciato qualcosa di speciale, ognuno di essi mi ha fatto conoscere Ofelia in ogni sua sfumatura e ancora oggi, nel mio cuore, conservo con affetto questa storia meravigliosa.
RAFFAELLA: Fidanzati dell’inverno mi ha conquistata per la sua semplicità, ma al tempo stesso per la sua completa “magneticità” nel riuscirmi a tenere incollata alle pagine anche quando si parlava solo di animismo: credo che la bravura della Dabos in questo primo libro sia da ricercare nella scrittura molto evocativa, che ci lascia qualche dettaglio giusto per accendere la nostra curiosità.
Su Gli scomparsi di Chiardiluna invece ho solo parole d’amore: trama fluida e senza buchi, scrittura scorrevole e non pretenziosa, relazioni intriganti e mai banali, ma soprattutto nulla viene lasciato al caso!
Mentre per la Memoria di Babel ho qualche riserva: questo cambio drastico di ambientazioni, dalla Corte a paesaggi quasi orientali, mi ha dato quasi la sensazione di star leggendo un altro libro, e personalmente non amo molto le storie ambientate in luoghi dai tratti orientali, sorry 🙊
Sui libri precedenti, come su Echi in Tempesta, puoi già trovare un articolo di @blackcap_art, una bravissima illustratrice che ci racconta il processo di creazione di alcune illustrazioni sulla serie e le sue impressione su questi quattro libri.
Il primo articolo è Se amo un libro lo disegno: L’attraversaspecchi
Il secondo articolo è Echi in tempesta: un’illustrazione per chiudere la saga

Per chi lo ha amato: Cosa ti è piaciuto più di tutto?
Per chi lo ha odiato: C’è qualcosa che secondo te è salvabile?
SARA: Il worldbuilding, assolutamente! È qualcosa di assolutamente stupefacente il modo in cui l’autrice è riuscita a creare un universo così magico e speciale. Poi in secondo luogo, ho amato i personaggi e i loro valori, la loro crescita nel corso dei quattro libri è una delle cose che ho apprezzato di più!
RAFFAELLA: Di Echi in tempesta mi sento di salvare il modo in cui la crescita di Ophelia e Thorn abbia contribuito loro ad essere sempre più indipendenti nelle scelte prese: Ophelia si libera quasi del “peso” della sua famiglia e finalmente agisce per se stessa e la sua felicità, mentre Thorn si lascia un po’ alle spalle il senso del dovere e la meticolosità delle cose per seguire più il suo cuore (e finalmente)
Per chi lo ha amato: Hai trovato qualche punto debole, qualcosa che secondo te poteva essere migliorato?
Per chi lo ha odiato: Cosa non ti è piaciuto di questo libro?
SARA: L’unica cosa che mi sento di citare per rispondere a questa domanda è il fatto che l’autrice abbia deciso di omettere alcune informazioni.
Nel senso: nel corso della storia ci poniamo un sacco di domande e purtroppo alla fine non tutte hanno avuto risposta. Questa cosa mi lascia un po’ così, perché vorrei sapere ancora e ancora, vorrei sapere tutto ciò che non mi è stato detto!
RAFFAELLA: Dalla trama piena di buchi ai dettagli lasciati al caso, alla scomparsa dei personaggi secondari, che hanno comunque contribuito alla creazione della storia, AL FINALE CHE PER ME ANCHE NO!
Ma andando oltre la stessa trama (che se non c’è si può ben dire che non esiste nemmeno l’intero libro), ho trovato la stessa narrazione e scrittura molto frettolosi, come se la stessa autrice avesse esaurito il tempo e la voglia di concludere questo romanzo. Penso che gli stessi personaggi creati dalla Dabos avrebbero potuto meritare molto di più di quello che hanno ricevuto.
Quale personaggio ti ha parlato di più? Quale di meno? Perché?
SARA: Ofelia mi ha insegnato tantissimo attraverso la sua goffaggine e attraverso il suo cuore puro. Ma ti dirò che colui che mi ha insegnato di più di tutti è stato Thorn, con il suo cuore di ghiaccio mi ha trasmesso amore, quell’amore che lui fatica ad esprimere e che difficilmente manifesta.
Un po’ come me, anche io sono un cuore di ghiaccio e grazie a lui ho capito molte cose. Dall’altra parte, quello che mi è piaciuto di meno non c’è, perché ognuno di loro ha avuto un ruolo fondamentale e, chi più chi meno, mi ha insegnato qualcosa.
RAFFAELLA: Ho provato un amore sconfinato per Archibald, il suo mostrarsi come un doppiogiochista mentre in realtà è solo un uomo alla ricerca di verità e certezze, pronto all’amore e al sacrificio. Avrei preferito che il personaggio del prozio di Ophelia, l’Archivista, giocasse un ruolo più centrale nella storia, che magari potesse rivelarsi una chiave per Ophelia nel chiarire dubbi e porsi come soluzione ad alcuni problemi che hanno radice nel passato: ho davvero trovato in lui un ruolo estremamente marginale, anche se da inizio romanzo questo non sembrava affatto.
Per chi lo ha amato: C’è un tema, una situazione che ti ha colpito particolarmente?
Per chi lo ha odiato: C’è stata qualche parte, dialogo, situazione che ti ha particolarmente infastidito?
SARA: Una cosa che spicca molto secondo me è la diversità. La diversità tra gli individui che ci vengono presentati nel corso della storia. La bellezza di essere diversi, di non essere perfetti. E io leggendo mi sono sentita imperfetta. E sono felice di esserlo.
RAFFAELLA: Ah beh qui potrei parlarne all’infinito, ma mi limiterò nel fare un elenco spoiler free di alcuni momenti che per me non hanno né capo né coda: come ha fatto Thorn a mantenere il suo essere nascosto agli occhi di tutti? Non si era detto che le voci girano velocemente tra le varie arche? Un’altra cosa per me senza senso è il ruolo giocato da Mediana per tutto il quarto libro, davvero non me lo spiego.
C’è anche la rapidità della lotta finale, il spiegare cosa è l’Altro, come è nato e tutta la sua storia, una confusione infinita. Ma la cosa più fastidiosa di tutte sono state quelle pochissime righe dedicate ai personaggi come Berenilde, Archibal, Vittoria e tutti gli altri, come se non fossero mai esistiti.
Consiglieresti questo libro? Se si, a chi?

SARA: Consiglio questo libro a chi ha bisogno di una storia che faccia riflettere senza appesantire. A chi vuole affezionarsi ad una giovane ragazza maldestra, ma con un cuore grande. Per chi vuole sognare un mondo diverso e per chi, più semplicemente, vuole immergersi in un universo pieno di magia.
RAFFAELLA: La saga per intero super consigliata a chi cerca una storia dalle atmosfere quasi realistiche, suggestive, non banali e soprattutto a chi cerca un fantasy al cui interno l’elemento fantasy stesso non sia predominante, ma che accompagni la narrazione principale.
Se devo consigliare la lettura di Echi in tempesta invece, dico solo: preparatevi a un perenne senso di acidità di stomaco per tutta la “rabbia” che proverete nel cercare risposte alle numerose domande che vi siete posti. Spoiler: non ne troverete quasi nessuna.
Per chi lo ha amato: c’è qualcosa che vorresti dire alla persona che lo ha odiato per sottolineare la tua posizione?
Per chi lo ha odiato: C’è qualcosa che vorresti dire alla persona che lo ha amato?
SARA: Io credo che nessun libro sia perfetto, credo che ognuno di noi la viva in modo diverso e che ognuno di noi si basi sulle proprie emozioni. E se io devo fare parlare le mie emozioni dico che questo libro, più dei tre precedenti, sia stato in grado di farmi capire come sia bello essere se stessi. Come sia bello essere fieri di ciò che si è. Di come i nostri difetti siano una semplice sfumatura della nostra perfezione.
RAFFAELLA: Direi semplicemente: ma come fate ad accettare un finale così, che al posto di curarci il cuore da tutto quello che ci ha fatto soffrire riesce solo a farlo soffrire ancora e ancora?
Oppure, ma davvero buttiamo via così la crescita di questi personaggi senza nemmeno uno straccio di risposta e/o spiegazione? Ho capito il “alla fine hanno agito per sentirsi in pace con se stessi”, ma credo che così sia troppo!
Ultima battuta: In due righe o poco più, convinci chi sta leggendo questo articolo a leggere/non leggere questo libro.
SARA: Parto dal presupposto che io non sono nessuno per dire che questo libro fa per voi e non posso obbligare nessuno ad amarlo come l’ho amato io. Ma come ho scritto qualche sopra, io mi baso molto sulle emozioni che un libro mi trasmette e se voi come me vi basate su questo, stiate pur certi che questo libro vi farà provare tante cose insieme, dopo averlo finito avrete la consapevolezza di ciò che siete.
RAFFAELLA: Non leggete Echi in tempesta perché alla fine ne uscirete con un tale mal di testa e una confusione generale che vi sembrerà di aver sprecato tempo nel leggere un libro che in sostanza non riesce a chiudere un cerchio. Piuttosto, leggetevi un bel fumetto Topolino così vi fate anche due grasse risate!
E voi lettori, da che parte state? Avete amato questo libro o lo avete odiato? E, se non lo avete ancora letto, che idea vi siete fatti?
Fatecelo sapere in un commento!
Intervista a Sara e Raffaella


Intervista e editing di Sophia

Mi dispiace Raffaella ma sto dalla parte di Sara, per quanto anch’io abbia ammesso che non è un libro perfetto o come ci si aspettava, l’emozione vince e per me quel finale è perfetto 🤍😅
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Sicuramente la soggettività conta molto, e per me le emozioni sono la cosa principale!
Ti ringrazio per aver letto l’articolo Elena🤍🥰
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Nooo Elena non puoi farmi questo! Mi fa piacere ti sia piaciuto ♥️
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Grazie♥️
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Ahahah mi dispiace!
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Però! Mi piace veramente tanto quest’idea e mi piace molto anche il modo con cui è stata messa in scena. Mi sono divertito molto a leggere questo articolo!
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Anche io mi sono divertita molto a rispondere alle domande! Grazie per aver letto 🥰
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