La ragazza della Palude – Delia Owens

La natura come madre e come rovina.
Una ragazza sola e abbandonata.
Un delitto perfetto.

L’autrice

La Ragazza della Palude è un romanzo che affronta tematiche come l’abbandono, la solitudine, la sopravvivenza, le differenze sociali e il pregiudizio; tematiche che ad un primo impatto potrebbero apparire scontate, o poco originali.
Potrebbero essere considerate scontate perché sono temi essenziali, talmente radicati nell’anima di tutti da non essere notati talvolta. Ebbene potrebbero anche apparire in questo modo, ma c’è una cosa che è ben lungi dall’apparire o dall’essere poco originale: il modo in cui queste tematiche sono trattate.

La Owens utilizza per tutto il corso della narrazione un linguaggio delicato e velato, velato dalle emozioni a volte, ma soprattutto dai fatti che in vari casi sono espletati solo molto tempo dopo; le sue descrizioni sono approfondite e mai banali, ornate di metafore, scomposizioni di campi semantici, elementi di retorica, e poesie. Poesie vere e proprie che si legano perfettamente tra loro, come a formare un puzzle, un mosaico di pura emozione.

“Proprio come il whisky, gli abitanti della palude distillavano clandestinamente anche le proprie leggi; non quelle scolpite nella pietra, ma leggi più profonde, impresse nei geni. Quando è messo all’angolo, disperato e isolato, l’uomo torna agli istinti, il cui unico obiettivo è la sopravvivenza.”

I personaggi del libro vivono in una cittadina, Barkley Cove, all’interno di una palude che sfocia nell’oceano. E inizialmente a tenerci incollati al libro è proprio l’irrimediabile attrazione che si prova nei confronti della palude, da tutti disprezzata e temuta soprattutto per ciò che vi è al suo interno: il pantano. Un luogo di morte e di vita. Il luogo d’incontro tra l’ombra e la luce.

Questo romanzo tratta la natura come la protagonista, utilizzando lei e i suoi abitanti come esseri di vitale importanza, dandogli il peso che meritano, ma che a volte viene dimenticato.
Gli porta un grande rispetto, testimoniato da una narrazione spedita, esperta e vigorosa; elaborata a tal punto da richiamare al lettore ogni singolo elemento appartenente a questo mondo, non solo mostrando visivamente paesaggi attraverso l’articolata descrizione, ma permettendo a chi lo vede,  di udire anche i rumori che vi risuonano, gli odori che vi filtrano, e la sostanza delle cose che li costituiscono.

“Lei sente la vita che pulsa, perché tra lei e il pianeta non ci sono filtri”

La sua inafferrabilità è vista come una protezione, un luogo dove sentirsi a casa. O almeno questo è quello che prova la nostra protagonista: una ragazzina di appena 7 anni, che è costretta a imparare a comprendere la vita da sola; una ragazza che si sentirà defraudata del suo “nido familiare”, come direbbe il nostro caro Giovanni Pascoli, perché la vita non le ha concesso di crescere con dei genitori e dei fratelli, una vita in cui l’unica ad essere davvero in grado di proteggerla, è lei stessa, e il pantano. Una ragazza. Kya.

“Gran parte di quel che sapeva, era stata la natura selvaggia a insegnarglielo. Quella natura che l’aveva nutrita, accompagnata e protetta quando nessun altro lo faceva”

Kya vedrà la natura come sua unica confidente e protettrice: sé stessa e la natura contro tutti. Tutti gli abitanti di Barkley Cove, tutte quelle persone che le sono state vicine e l’hanno poi lasciata, tutte quelle persone che non l’hanno mai accettata. Potremmo pensare allora che la nostra protagonista abbia nutrito un profondo odio nei confronti di coloro che la giudicavano negativamente senza neanche conoscerla; ma non è affatto così, tutto ciò che lei ha sempre desiderato era di essere considerata una persona, come tutti.

“Io non ho mai odiato nessuno. Sono loro che odiavano me. Loro che mi ridevano dietro, loro che mi hanno abbandonata a me stessa. Loro che mi hanno tormentata. Loro che mi hanno aggredita. Ed è proprio vero, sai: ho imparato a vivere senza di loro”

Nel nostro romanzo è onnipresente la voce della protagonista, e sebbene in alcuni momenti non parli è sempre,  come uno scorrere delle acque silenziose, percepibile. Ma Kya, anche se isolata dal mondo esterno, non sarà sempre sola, infatti vedremo anche altri personaggi farsi strada nella sua vita e sconvolgerla, nel bene e nel male. È il caso di Tate, un amico d’infanzia di suo fratello, che sarà per Kya una delle persone più positive, sarà il suo primo amico e Il suo primo amore. Le lascerà tanta gioia e le farà provare un oceano di sentimenti, ma le lascerà anche un grande risentimento nel cuore.

Tutti i personaggi del libro sono descritti attraverso gli occhi di Kya e gli unici momenti in cui non sentiremo il suo punto di vista saranno quelli delle operazioni investigative. In questi episodi seguiremo il filo dei pensieri dello sceriffo della città e potremo conoscere direttamente le voci che circolano sulla Ragazza della Palude, di cosa accade al di fuori del mondo intimamente riservato di Kya.

L’elemento investigativo si rivela quasi fin da subito e, sebbene non sia abbastanza forte da rendere il romanzo un thriller, intesserà comunque la trama della storia e la terrà sul filo di un rasoio, fino alla fine.

Un giorno di fine ottobre a Barkley cove è successo qualcosa: un omicidio, un incidente. Le opinioni non coincidono. E neppure le impronte digitali. Tutto questo distante anni dalla data d’inizio della narrazione, e apparentemente scollegato da quegli avvenimenti… ma solo conoscendo la storia si potrà conoscere la verità.
Una verità che rimarrà sotterrata per anni, una verità che cambierà tutto.

“I tramonti si travestono
Celano le verità, celano le bugie”

Consiglio questo libro a tutti, senza differenze d’età o di genere, perché anche se è chiara l’impronta giovanile che vuole dare, ed è considerato un romanzo di formazione, questo non lo circoscrive a una cerchia limitata di pubblico. È un romanzo sulla vita, sull’amore e sull’abbandono. Oltre ad offrire un’ampia visione degli ambienti naturali, che sono descritti come se parlassero; è interessante anche dal punto di vista sociale, dando degli scorci della società e dei pregiudizi che essa comportava negli Stati Uniti degli anni ’50, e seguendo le vicende che si susseguono per quasi due decenni.

“Mai sottovalutare
Il cuore
Capace di cose
Che la mente non immagina”

E voi lettori conoscevate questo libro? Lo avete letto?
Fatecelo sapere in un commento!

Articolo di Rachele