Articolo di @chiareads
In un anno di partenze cancellate, di fotografie a spasso per il mondo da riguardare con nostalgia, i libri più che mai ci hanno permesso di andare lontano con la fantasia, di esplorare nuovi mondi e luoghi che, sono sicura, potremo tornare a visitare presto.
Io sono Chiara (su Instagram @chiareads) e la mia meta letteraria preferita nel 2020 è stata (ed è tutt’ora) l’America, una terra che per moltissimi anni ho sognato e — lo ammetto — idealizzato.
Quante volte da bambina mi sono immaginata come una protagonista di Gossip Girl, a passeggiare ben vestita per le vie di New York sorseggiando caffè annacquato da un bicchiere di carta più grande di me. Ho sempre visto l’America narrata dai film come la patria della libertà, dei desideri da realizzare —“Yes, you can!”—; tuttavia, crescendo mi sono resa conto di quanto sia in realtà vasta, grezza e ricca di contraddizioni.
Attraverso i romanzi ho avuto modo di conoscerne meglio le sfaccettature e di amarla proprio per quello che è; con i suoi difetti, ma anche con le sue incredibili ed infinite contaminazioni culturali.
Per questo motivo, oggi ho selezionato per voi quattro libri molto diversi tra loro, che spero possano accompagnarvi come hanno fatto con me in questo viaggio nella letteratura americana. Aprite la vostra piattaforma di musica streaming preferita, selezionate la playlist di Sam Cooke e via, si parte!
I fantasmi della schiavitù: Amatissima di Toni Morrison
Torniamo indietro nel tempo: il romanzo è ambientato dopo la fine della Guerra Civile Americana (1861 – 1865) e si basa sulla vera storia di Margaret Garner, che per liberarsi dalla condizione di schiava tentò di fuggire attraverso il fiume Ohio.

Sfortunatamente la donna venne riacciuffata, e piuttosto che sottoporre la figlia più piccola ad orrori ingiustificati, decise di toglierle la vita in un gesto estremo e disperato. Amatissima segue le vicende di una madre e di una figlia nella loro nuova vita a Cincinnati, finalmente libere dalla schiavitù.
Ma che cos’è realmente la libertà, quando il passato si aggrappa con le unghie alle cicatrici inferte dai bianchi?
I fantasmi bussano alla porta di Sethe e Denver in cerca di consolazione, di contatto tra il mondo dei vivi e dei morti. La narrazione della Morrison, apparentemente sconnessa e ricca di simbologia, ricompone i ricordi frammentati di persone la cui identità è stata cancellata dal trauma. Una testimonianza potente, dolorosa ma necessaria. Impossibile rimanere indifferenti davanti a una storia che ancora oggi è quella di tantissimi uomini e donne di tutto il mondo.
“Per Sethe il futuro era solo il problema di riuscire a tenere a bada il passato.”
La Grande Depressione e l’illusione del sogno Americano: Uomini e topi di John Steinbeck
Cambiamo totalmente scenario: immaginatevi un paesaggio rurale dai colori suggestivi, con un vento caldo che vi accarezza la faccia e dove le tracce del passaggio dell’uomo non sono ancora troppo evidenti.

Steinbeck è la voce della semplicità, quella che meglio rappresenta il popolo più povero nel suo tentativo di risollevarsi da una realtà spietata.
Siamo negli anni ’30: due braccianti stagionali, George Milton e Lennie Small si guadagnano il pane spostandosi di fattoria in fattoria.
I due uomini sono estremamente diversi tra loro, George è la mente e Lennie il braccio, ma in comune, oltre ad un’amicizia quasi fraterna, hanno il sogno di comprarsi un lembo di terra tutto loro per poter condurre finalmente una vita tranquilla e dignitosa. I loro piani verranno stravolti da un grosso guaio, dopo il quale sarà impossibile tornare indietro.
La scrittura è asciutta, veloce; il finale sconvolgente e senza pietà. Questo breve racconto dovrebbe aver un posto in tutte le librerie del mondo.
“Un uomo ammattisce se non ha qualcuno. Non importa chi è con lui, purché ci sia. Vi so dire, vi so dire che si sta così soli che ci si ammala”
Fuga senza ritorno: Indignazione di Philip Roth

Il 1951 è il secondo anno della guerra di Corea. L’unico modo per potersi sottrarre al fronte è avere una carriera scolastica di alto profitto. Il giovane, brillante studente Marcus Messner è iscritto al college della sua città natale, ma decide di cambiare istituto e trasferirsi molto lontano dalla sua famiglia, in quanto la sua sopportazione nei confronti di un padre apprensivo ha ormai raggiunto il limite.
Distante da casa, Marcus si rende conto di dover affrontare un mondo pieno d’insidie, costituito da schemi ancora più rigidi e discriminatori nei confronti di chi dimostra di essere diverso. Nella sua ribellione, nel suo modo coraggioso di scontrarsi con l’ignoto, il protagonista ricorda un po’ il giovane Holden, nonostante Marcus sia un personaggio decisamente più maturo e definito.
Roth invita a riflettere su come le azioni più banali possano portare a conseguenze drammatiche, in una storia d’inesperienza, scoperte sessuali ed errori. C’è ben poco da dire su Roth scrittore.
— “La tolleranza non è il tuo forte, giovanotto.”
— “Non me l’ha mai detto nessuno prima d’ora, signore, — ribattei, proprio nel momento in cui scandivo dentro di me la più bella parola della nostra lingua: «In-di-gna-zio-ne!»”
Sulla strada per trovare se stessi:
La città e la metropoli di Jack Kerouac

L’ultimo libro di cui voglio parlavi mi ha letteralmente rubato il cuore, quando ci penso ancora mi emoziono. Se avete mai letto On the road pensando fosse una tortura infinita, questo romanzo familiare potrebbe fare al caso vostro.
La città e la metropoli è l’esordio letterario di Kerouac, pubblicato nel 1950 dopo essere stato respinto da diversi editori per l’eccessiva lunghezza. E’ parzialmente autobiografico: la figura dell’autore si riflette in tre differenti personalità della famiglia Martin, qui protagonista. Abbiamo Joe il vagabondo; Francis l’intellettuale e Peter, il giocatore di football dal futuro promettente. Seguiamo le vicende della famiglia dal 1935 al 1946 e con loro viviamo il cambiamento della società americana dopo la guerra, con un tono critico della stessa. Si respira forte l’aria del cambiamento, dei sogni infranti e di quelli nel cassetto ancora da realizzare. L’aria della casa in cui si cresce che diventa sempre più stretta, ma che allo stesso tempo non esiste altrove. Lo stile di scrittura incanta, sembra quasi di leggere una poesia ricca d’immagini indelebili.
Kerouac era dotato di una sensibilità davvero straordinaria. E’ vero, la sua prosa spontanea, costituita da flussi liberi di pensieri, potrebbe non essere per tutti.
Personalmente sono rimasta così colpita dopo averlo letto, che ho recentemente deciso di realizzare una mini guida piena zeppa d’informazioni, materiali e consigli utili per avvicinarsi a questo autore troppo spesso maltrattato sul bookstagram. Nel freebie ho cercato anche di approfondire il movimento letterario di cui Kerouac è uno dei maggiori rappresentanti: la Beat Generation, una generazione di scrittori che ha ampiamente influenzato l’arte, la musica e la cultura americana degli anni ’60 e ’70. Sul mio profilo Instagram è possibile trovare le istruzioni per scaricarlo!
“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano… bruciano… bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.”
Il nostro viaggio letterario giunge qui al suo termine.
Avete già letto qualcuno di questi titoli?
Sarei davvero curiosa di confrontarmi con voi. Ho cercato di ricostruire al meglio un itinerario che toccasse i temi più ricorrenti; spero davvero di avervi fornito degli spunti di lettura interessanti per avvicinarsi alla letteratura americana, che sta delineando sempre più i contorni del mio percorso da lettrice.
Articolo di Chiara
