articolo di @lettrici_tra_le_stelle
Un bel fantasy scritto da un giovane autore italiano? ecco ne ho trovato uno!
Devo ammettere che anche sul mondo del bookstagram la maggior parte dei libri fantasy che vediamo sono stranieri, e quelli italiani un po’ più ai margini. Si tende molto ad osannare libri provenienti da Inghilterra e America, mentre le nostre produzioni finiscono sempre per stare un po’ ai margini, eppure cercando e leggendo nostri autori, si possono avere delle fantastiche sorprese.
Io quest’anno ho scoperto un bellissimo mondo fantasy, creato da un autore italiano.
La cosa divertente è che questo libro sosta nella mia libreria da 2 anni, perché è stato un acquisto effettuato al salone del libro, e solo quest’anno è finito tra le mie letture e così me ne sono innamorata.
Oggi infatti sono qui non solo per parlarvi del romanzo, della mia esperienza con una piccola recensione, ma ho anche colto quest’occasione per fare una piccola intervista all’autore Alessio Banini.
Il carnevale delle anime è un fantasy stile medioevale per adulti.

In questo libro ci troviamo in una società feudale in cui abbiamo tre principali fazioni: l’impero con il suo esercito, gli anarchici ossia i ribelli e infine le spade mascherate uno squadrone del governo che ha il compito di mantenere il rigore nelle città.
Il protagonista Rashid non appartiene a nessuna di queste fazioni. Lui aiuta gli anarchici, ma non ne condivide a pieno ideali e metodi. Aiuta l’impero, ma non è un imperiale, capisce lo scopo delle Spade mascherate ma non ne vuole fare parte.
Rashid è stata una delle cose che ho apprezzato di più nel libro. Siamo molto abituati soprattutto nei fantasy, ad avere un protagonista che ha un’appartenenza ben specifica (solitamente la parte dei buoni). In questo romanzo le cose sono diverse, lui combatte con tutti e con nessuno. Come ci spiegherà l’autore, il nostro protagonista è molto indipendente, ma vive comunque nella società.
Questa caratterizzazione l’ho trovata molto innovativa. Come dicevo prima la maggior parte dei protagonisti combatte per i buoni, e quindi ci troviamo davanti a noi sempre la caratterizzazione dell’uomo con gli ideali giusti, che combatte per il bene del mondo. In questo romanzo abbiamo invece un protagonista che combatte secondo i propri ideali, che non sempre si sposano con le idee dei buoni.
Ho trovato questa caratterizzazione molto realistica perché in ognuno di noi c’è sia buono che cattivo, sicuramente ci sarà una delle parti che prevale sull’altra, ma non è sempre così scontato.
Un altro personaggio che ho apprezzato molto è Goran, un imperiale che ha votato la sua vita a combattere per proteggere l’impero. In Goran ho rivisto moltissimo la caratterizzazione di un militare dell’esercito. Solitamente nei fantasy il personaggio guerriero è molto votato alla guerra e basta, qui il nostro personaggio guerriero ha sacrificato la propria famiglia per l’impero, ma è stata una scelta e ne porta comunque le cicatrici.

Ma ora dopo avervi parlato dei personaggi voi vi starete chiedendo di che cosa parla il libro. Sicuramente questo è un libro che va scoperto man mano. Abbiamo Rashid che fin dall’inizio ci viene presentato come il Sarto. Lui ha infatti una capacità, vedere i vari fili e nodi che possono modificare le probabilità delle varie azioni della vita. Il Sarto attraverso i nodi che sono gli eventi più probabili e attraverso i fili che sono le catene di causalità che portano a determinati effetti,ci spiega la sua visione del mondo.
All’inizio del romanzo conosciamo il nostro protagonista, il suo modo di vivere e le sue abitudini, tutto cambia quando iniziano ad esserci delle sparizioni e morti sospette.
Non andrò oltre nella spiegazione della trama perchè è un libro che va scoperto durante la lettura, in cui il lettore scoprirà man mano le cose. Un punto a favore del libro è dovuto proprio al fatto che non vi sono spiegoni, ma il lettore scopre le cose durante tutta la durata del racconto.
Lo stile di scrittura l’ho trovato perfetto. Uno stile sicuramente ricercato per quanto riguarda l’ambito storico (mi sono anche complimentata con l’autore per questo).
Nel racconto abbiamo termini esatti per l’epoca in cui è ambientato, comportamenti dei personaggi giustificati dall’ambito storico. Lo stile risulta, anche se in certi momenti più complesso, ma allo stesso tempo è una lettura fluida e molto scorrevole.
Dopo aver letto un incipit del libro, aver capito di cosa parla e di cosa mi ha colpito in particolare vi lascio leggere una piccola intervista all’autore Alessio Banini che ci dirà qualcosa di più sia sul libro che sul fantasy in generale.
INTERVISTA ALL’AUTORE
Come hai iniziato a scrivere? come nasce l’idea di questa storia?
Ho iniziato a scrivere da giovanissimo, credo come tutti, per la necessità di condividere qualcosa e di esprimermi. La storia di questo romanzo prende spunto da un’ambientazione che ho creato e su cui sono basate altre storie, che fanno parte del ciclo “Daemon Inside” e che ruotano tutte attorno ai concetti di imperialismo e ribellione.
Quali sono state le tue ispirazioni letterarie per scrivere questa storia? Ci sono scrittori particolari che ti hanno ispirato?
Tra le mie ispirazioni posso citare Steven Erikson (con cui condivido la formazione antropologica), Sapkowski, Gaiman. E poi sicuramente Valerio Evangelisti tra gli italiani. Le mie letture spaziano dal fantasy alla narrativa classica, insieme a molta saggistica. Non amo concentrarmi nella lettura di un solo genere (anche se non mi sento a mio agio a scrivere generi diversi dal fantasy, lo confesso).
Una cosa che mi è piaciuta molto è la caratterizzazione dei personaggi, Rashid è un protagonista diverso, non si schiera con nessuna fazione, come mai questa decisione? (solitamente il protagonista è dalla parte dei buoni)
Volevo raccontare la storia attraverso un personaggio che tenesse particolarmente alla propria indipendenza e che cercasse di tenersi fuori dai conflitti che lo circondano. Tuttavia, anche se non direttamente, siamo comunque influenzati da ciò che avviene attorno a noi e se non prendiamo parte alla storia, ne subiamo gli effetti. Rashid vorrebbe essere indifferente, vorrebbe essere libero, ma anche lui ha dei legami con la società. Nessuno può vivere da solo, siamo tutti dentro la società.
Il libro è ambientato in un contesto medioevale, è una scelta casuale oppure sei attirato da quel contesto storico e sociale?
Si tratta sicuramente di una scelta classica nel nostro genere, quella a cui siamo più abituati. Mi è sembrata una scelta affascinante e adatta a ciò che volevo esprimere. Non escludo di cimentarmi in altre ambientazioni, ma per tutti i romanzi di questo ciclo rimarrò fedele a questo contesto.
Cosa ne pensi del fantasy in Italia? secondo te che oltre a lettore ne sei uno scrittore trovi che sia ancora molto denigrato?
In passato forse è stato denigrato, ma adesso mi sembra godere di buona salute. Anche se è sempre stato un genere di nicchia, adesso c’è spazio per tutti. Ben vengano nuovi libri fantasy italiani e ben vengano nuovi scrittori. Personalmente mi sono ritrovato a leggere libri interessanti di scrittori italiani nel corso degli ultimi anni, anche più che in passato, quindi sono ottimista per il futuro.
Quali sono i tuoi progetti futuri? c’è già una nuova storia in arrivo?
Sì, spero di potervi far leggere a breve il prossimo romanzo del ciclo, sempre con Plesio Editore. Si tratta di una storia ambientata molti anni dopo “Il Carnevale delle Anime”, che rivelerà tanti altri dettagli dell’ambientazione. Spero che vi piaccia!
CONCLUSIONE
Da lettrice che ho amato il libro non vedo l’ora di leggere presto questo nuovo libro!!
Devo ammettere che dopo aver finito il libro, sono andata alla ricerca di altri titoli dell’autore, che sono tutt’ora nella mia Wishlist.
Del libro, oltre alla trama e personaggi mi ha sicuramente attirato l’ambientazione. Il medioevo, la società feudale è sicuramente un ambientazione molto classica per il genere fantasy, ma in questo caso mi ha attirato particolarmente. All’inizio del libro abbiamo anche una mappa della città, e del mondo realizzato da Alessio, e questo mi ha aiutato molto a capire le vicende.
Concludo ricollegandomi al discorso del fantasy in Italia. Sicuramente in questi ultimi anni si è visto riscattare un po’ il genere fantasy, anche se di nicchia e da molti considerato sempre nerd. nota positiva con l’incremento di pagine social in cui si parla di libri, anche le case editrici italiane stanno portando novità e ristampe di uscite fantasy del mondo.
Sicuramente c’è ancora molta strada da fare per rendere giustizia al genere fantasy, ma noi lettori possiamo contribuire leggendo e supportando in primis anche il fantasy italiano.
E voi lettori, avete mai letto autori o autrici fantasy italian*?
Fateci sapere in un commento!
Articolo di Martina
