Ci sono storie che vanno raccontate. Perché ci fanno sognare, ci fanno viaggiare, ci insegnano qualcosa, ci fanno riflettere, ci fanno vedere il nostro mondo con una luce nuova.
Ci sono tre storie che vi consiglio di recuperare, perché sono forti, sono incredibili, sono straordinarie, e credo fortemente che tutti dobbiate conoscere: sono le storie di Robyn Scott, Tara Westover e Waris Dirie.
In occasione della terza tappa del GDL Un anno in dodici letture, organizzato insieme a Roberta di @bibliodissea e Alessandra di @opheliabooks_ , la quale chiede di leggere una biografia o autobiografia di un autore/autrice della libreria, io voglio consigliarvi queste tre storie che mi hanno emozionato enormemente.
Come si bacia un serpente di Robyn Scott. Una storia per viaggiare in Africa

Robyn è una bambina di cinque anni, nata e cresciuta in Nuova Zelanda, finché i genitori non decidono di tornare in Botswana, loro terra natia. In questo libro, lei ha raccontato tutta la sua vita da quel momento.
Il Botswana, uno stato arretrato, arido, diverso, ma così sorprendente che, pagina dopo pagina, sarà impossibile per voi non innamorarvi di questo Paese.
Robyn non risparmia nulla. Racconta degli incontri nel bush, tra leoni, elefanti e serpenti velenosi; racconta della madre, che svolge anche il ruolo di insegnante nella sua educazione parentale; racconta di quando ha avuto l’occasione di andare a scuola e di volerci tornare per sempre; racconta dei suoi viaggi per le città botswane e nel meraviglioso delta dell’Okavango.
Insomma, in questo racconto si vive uno stile di vita totalmente diverso dal nostro, ma altrettanto interessante. E poi, ci si innamora dell’Africa.
Ho il pallino del Botswana da quando ho letto questa storia. L’amore che traspare dalle parole di Robyn per questo Paese è qualcosa di contagioso. Questo è stato una delle prime narrazioni che mi ha fatto scoprire come si possa viaggiare anche attraverso le pagine dei libri, come si possa conoscere tanto di un luogo leggendolo dalle parole stampate su carta.
È stato un viaggio emozionante e suggestivo, un libro che consiglierò fino allo sfinimento per la sua immensa bellezza.
L’educazione di Tara Westover. Una storia per riconoscere l’importanza dell’istruzione

Preparatevi per questa storia, perché c’è da rimanere sconvolti. Sono contenta che Tara abbia deciso di raccontare la sua esperienza, perché mi ha fatto vedere l’educazione da un punto di vista diverso.
Noi diamo continuamente per scontato la scuola, l’istruzione e tutto quello che l’educazione comporta. Siamo annoiati quando dobbiamo seguire le lezioni, siamo infastiditi quando c’è da studiare un argomento nuovo.
Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati nell’avere la possibilità di riempire la nostra testa di conoscenza.
Tara era parte di una famiglia mormone, il cui padre era così complottista da non credere nel sistema scolastico (e in nessun’altra cosa che riguardasse la normale vita degli Stati Uniti). Non ha mai voluto mandare i figli a scuola, non voleva far diventare loro schiavi del sistema. Tara impara dalla madre, cresce con le loro convinzioni, crede a ogni complotto che le trasmette il padre.
Finché non si lascia convincere dai fratelli maggiori, usciti da quella casa, a iscriversi a un college. Superato l’esame di ammissione, per Tara si apre un mondo nuovo, una nuova vita. Scopre l’educazione.
Leggere la sua storia è stato emozionante e sorprendente. Scoprire che nel mondo occidentale possono estitere ancora situazioni di questo genere fa venire i brividi. Allo stesso tempo, mi ha emozionato il suo elogio all’educazione, a quanto sia importante imparare e conoscere. Da docente, non potrei che essere d’accordo.
Fiore del deserto di Waris Dirie. Una storia per ascoltare una testimonianza straordinaria
Waris è una modella naturalizzata americana, ma di origine somala. La sua storia è stata un pugno potentissimo allo stomaco; infatti, la sua autobiografia non è per i deboli di cuore.

Waris non ha avuto una vita facile, infatti è scappata dal suo villaggio per fuggire da un matrimonio combinato con un vedovo di 60 anni. Riesce a fuggire a Londra, dove inizia a vivere di rendita grazie agli scatti di rinomati fotografi.
Piano piano inizia a essere così richiesta da avviare la sua carriera da modella, diventando una delle più apprezzate al mondo.
In seguito è stata nominata ambasciatrice delle Nazioni Unite per la lotta contro le mutilazioni genitali femminili, ottenendo anche un Legion d’onore nel 2007.
La mutilazione genitale femminile è una delle parti che ha introdotto, in più passaggi, nella sua autobiofrafia Fiore del deserto. È una storia cruda, difficile da digerire, non adatta alle persone sensibili a questo argomento.
Waris ha sofferto tanto nella sua vita, ma ha avuto una forza enorme per rialzarsi, per cambiare le cose, per ribellarsi.
Non saranno risparmiate le lacrime, la tenerezza, la commozione, nell’affrontare questo viaggio nel passato di Waris, specialmente se si pensa che, ancora oggi, ci sono tantissime ragazze che subiscono la sua stessa sorte senza neanche rendersi conto che è sbagliato.
In molte tribù la mutilazione genitale femminile è considerata un rito per le bambine. La stessa Waris racconta che all’epoca non vedeva l’ora di sottoporsi a questa crudeltà.
E poi, ci sono bambine che non hanno le possibilità di fare come Waris, scappare da un matrimonio combinato imposto dal padre, visto come il capo a cui non ci si può ribellare. Anche se fa male, credo che sia necessario ascoltare queste testimonianze, comprendere quello che accade e, soprattutto, lottare perché vengano cessate queste azioni.
Sono tre storie diverse, nelle esperienze e nelle difficoltà che le autrici hanno dovuto affrontare nelle loro vite, ma sono narrazioni incredibili che ho avuto il piacere di affrontare. Addirittura, sono tra i libri che, se ci fosse la possibilità, vorrei non aver letto per leggerli di nuovo per la prima volta.
Sono storie che mi hanno portato a vedere i libri in una veste nuova: uno strumento meraviglioso per imparare qualcosa di nuovo, qualcosa che non mi aspetto, qualcosa di più su mondi lontani da me, cercando di capirli meglio.
Grazie a queste tre storie mi sono avvicinata sempre di più alle biografie, alle storie vere, a tutti quei libri che mi avrebbero permesso di arricchire il mio bagaglio di conoscenze. Per questo, ora sono qua a consigliarli a voi.
Se volete partecipare alla tappa di marzo, “una biografia/autobiografia di un autore o autrice della vostra libreria”, vi aspettiamo su Instagram con l’hashtag #unannoindodiciletture, oppure nel gruppo telegram. Scrivetemi per ricevere il link e unirvi a noi.
Vi aspetto!
Articolo scritto da Beatrice

Ciao Beatrice! 🙂 Molto interessante questa tua trattazione di tre biografie così diverse tra loro. Ho acquistato il libro di Waris Dirie in ebook tempo fa, perché in offerta, ma nella trama non avevo capito che c’erano temi scottanti e crudi; per cui, non lo so se lo leggerò. Non nell’immediato, perlomeno.
Ho trovato molto interessanti le tue considerazioni sulle atre due biografie, e penso che le acquisterò. Intanto, ti ringrazio.
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Grazie a te! La storia di Waris Dirie è molto pesante, ne ha passate davvero tante. Però quando ti sentirai pronto, è una lettura che ti consiglio. Sono contenta di averti incuriosito anche sulle altre biografie, spero ti piacciano!
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Grazie del consigio, allora mi prenderò il tempo che mi serve per decidere se e quando leggerlo. Sentiti libera di venire a curiosare quando vuoi. 😉 Buona serata! 🙂
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