Life Lik3: Intelligenze artificiali e robotica


Life Lik3 è una trilogia di Jay Kristoff uscita nel 2018 e ambientata, a differenza di molti altri libri dell’autore, su una Terra simile alla nostra ma distrutta e appena vivibile dagli umani rimasti.

In questa trilogia si segue il percorso di un gruppo di amici, partendo da Eve, che cercano di sopravvivere in un mondo distrutto e in guerra nel quale tutte le loro verità sono destinate a infrangersi.
I temi centrali sono molti e vanno oltre la centralità dell’amicizia e dell’amore: si trattano questioni come la distruzione nucleare e le sue conseguenze sul pianeta e l’uomo, la lotta al potere, il fanatismo religioso e, ovviamente, anche la robotica e le intelligenze artificiali.

La serie ha un ritmo doppio, con l’alternarsi di momenti di riflessione, flashback e dialoghi tra i personaggi e battaglie tra gruppi diversi, fatte di combattimenti tra robot, corse in mezzo a tempeste e molto altro.
La storia scorre con facilità e rientra nel genere Young adults nelle sue tematiche e nella scrittura stessa, permettendo una lettura coinvolgente senza perdere per questo tutti gli elementi tipici di romanzi fantascientifici.

Anche se qui mi concentrerò principalmente sul tema di robotica e intelligenze artificiali, se la serie vi incuriosisce trovate gli articoli dei miei colleghi che hanno approfondito le trame e parlato della loro opinione su questa trilogia.

Per questa recensione, ho cercato di mantenere gli spoiler al minimo, ma leggi comunque con cauzione se li vuoi evitare in maniera assoluta.

INTELLIGENZE ARTIFICIALI E ROBOTICA: COME LE IMMAGINA KRISTOFF

Dato l’arrivo in Italia di Illuminae molto prima della pubblicazione di questo libro, molti sono già abituati a vedere Kristoff approcciarsi al mondo delle AI (con il fantastico AIDEN che avrà sempre un posto nel mio cuore), ma in questo libro il focus si sposta non su un singolo essere in grado di decidere sulla vita e sulla morte dei passeggeri di una nave, ma sulla creazione della vita e il conseguente potere su di essa.

Il titolo del primo libro prende proprio il nome da questi personaggi, LifeLike (sembianti in italiano), robot molto più forti e intelligenti degli uomini, creati a loro immagine e somiglianza anche nella loro nascita, poiché nessuno di loro si sviluppa dal nulla, ma diventa una copia di qualcosa che esiste già.

“Mio padre dice che costruire una mente è come fabbricare un motore: più facile se prendi i componenti altrove, invece di crearli dal nulla. E così ha modellato i sembianti su individui che conosceva. Ha copiato pezzi delle persone a cui voleva bene”

Eppure, per quanto questi sembianti assomiglino agli umani da cui sono copiati, è chiaro nella lettura che la loro stessa esistenza e assoggettata a quella degli esseri umani, che sono costretti a chiamare padroni e a servire seguendo le tre Leggi della Robotica.

Un equilibrio instabile, destinato a crollare, perché il loro creatore si vede come un Dio e non riesce a vedere la pericolosità delle sue azioni (e la piccolezza del suo essere).

“E tu sei un uomo che sta giocando a fare l’Onnipotente. Guarda i nomi che hai dato loro: Gabriel? Uriel? Ezekiel? Il tuo complesso di Dio non potrebbe essere più evidente.”

Il progetto legato ai sembianti si rivela presto fallimentare e permette a Kristoff di riflettere proprio sul tema dell’identità e dell’umanità: esseri capaci di provare emozioni, intelligenti tanto e molto più normali esseri umani, perfetti in tutte le loro parti, come possono essere considerati meno degli umani stessi?
Cosa li distingue da chi li ha creati, da chi condivide il mondo con loro ogni giorno?

So che non sono persone vere: sono i “sembianti” di cui ha parlato mio padre. Ma quando Hope mi bacia la guancia, le sue labbra sono calde e morbide, e io non posso che meravigliarmi di quanto sono simili a noi. Sì, ho già visto degli androidi. Marionette con la pelle sintetica. Ma questi sono completamente diversi da qualunque cosa abbia mai conosciuto.

Questo tema ne lega a sé un altro, ovvero quello della schiavitù: trovandosi di fronte a esseri senzienti, copie esatte di esseri umani, è giusto porli in uno stato di sottomissione che gli impedisce di ribellarsi?
Kristoff mette davanti agli occhi del lettore questo scenario e lo pone in una situazione (ipoteticamente) scomoda: quando questi sembianti si ribelleranno, perché ogni libro in cui sono presenti robot e intelligenze artificiali hanno un’ineluttabile condizione di ribellione di queste nuove creazioni, come si deciderà cosa è giusto e sbagliato?
Come potremo noi lettori giudicare le loro azioni conoscendo il loro passato, la loro storia, ma trovandoci allo stesso tempo vittime di quello che accade.

Il tema è complesso e Kristoff ne affronta solo alcuni spiragli, ma lascia a chi legge la possibilità di riflettere sulle proprie opinioni anche appoggiandosi a quelle dei personaggi: grazie ad essi, ci si chiede come i sembianti vivano la religione, l’amore, la perdita e la disperazione.
Ci troviamo di fronte alla dimostrazione che sono uguali a noi mentre tutti gli altri personaggi della storia sembrano impegnati a volerci convincere del contrario.

OLTRE KRISTOFF: I TEMI RIPRESI IN ALTRE OPERE

Kristoff riprende temi già narrati e discussi da molte altre opere, di cui però vorrei riprenderne due partendo proprio dalle citazioni trovate nel libro.

Circa a metà della storia uno dei personaggi dice

“Mi domando: se Ezekiel è programmato per obbedire, come riesce a rubare? Come fa Grace a nascondere ciò che prova per Gabriel?
Come può Faith chiedermi di mantenere dei segreti? Anche se hanno solo nati solo da pochi mesi, mi rendo conto che stanno imparando a essere come noi.”  

In questo dialogo, simile a molti altri, ho rivisto il famoso libro di Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, nel quale viene inventata una macchina capace di identificare l’umanità di robot che sono riusciti a nascondersi perfettamente in mezzo agli umani. Nel film tratto da questo libro, Blade Runner, iconica è la scena del test Voight-Kampff, che viene svolto su Rachel.  

Ancora più interessante è però l’utilizzo della macchina nel libro, che mette in crisi il protagonista più e più volte di fronte a risultati che gli impediscono di avere la certezza assoluta dell’umanità di chi ha di fronte.  
Un’altra frase molto importante nel libro è una rivisitazione delle Tre Leggi della Robotica, che riassume il loro significato ma mette anche in luce i pensieri dei Sembianti, ovvero

Il tuo corpo non ti appartiene.
La tua mente non ti appartiene.
La tua vita non ti appartiene.

In questa direzione non posso che consigliarvi invece la visione di Ex-Machina, un film indimenticabile sia per la narrazione e la storia che per i quesiti che lascia a chi lo osserva.

La fotografia, i dialoghi, le tematiche e il finale sconvolgente sono solo alcune delle ragioni per dare una possibilità a questa storia.  

Avete mai letto libri che parlano di queste tematiche? Fatemi sapere in un commento e ricordate che la trilogia di LifeLik3 è ora disponibile in tutte le librerie!